Tutti sanno che aprire la partita IVA online da soli e a costo zero è semplicissimo, ma attenzione alla scelta del regime fiscale

partita iva

In Italia esercitare attività di lavoro autonomo è possibile anche senza la partita IVA. Ma solo quando non solo il lavoro è occasionale. Nonché saltuario e senza vincoli di subordinazione. Ma anche se e solo se annualmente non si supera il limite dei 5.000 euro lordi annui di ricavi o di compensi.

Altrimenti l’apertura della partita IVA è obbligatoria. Ed al riguardo per fortuna, rispetto al passato, le procedure per aprire una partita IVA non solo si effettuano comodamente online. Ma sono pure a costo zero.

In quanto non è strettamente necessario, per esempio, chiedere il supporto, l’assistenza e la consulenza da parte di un commercialista. Vediamo allora come si apre online la partita IVA. E, soprattutto, quanto sia davvero importante per le persone fisiche indicare all’inizio dell’attività il regime fiscale. In quanto con i regimi fiscali agevolati si possono pagare meno tasse.

Tutti sanno che aprire la partita IVA online da soli e a costo zero è semplicissimo, ma attenzione alla scelta del regime fiscale

Nel dettaglio, la partita IVA online si può aprire trasmettendo in modalità telematica, all’Agenzia delle Entrate, il modello AA9/12. Ovverosia, quello per la dichiarazione di inizio attività per le imprese individuali. E pure per i lavoratori autonomi. Mentre il modello AA7/7 è quello riservato alla dichiarazione di inizio attività delle società. Ovverosia, di soggetti diversi dalle persone fisiche.

Inoltre, fermo restando che tutti sanno che aprire la partita IVA online è davvero facile e veloce, occorre in ogni caso fare attenzione alla scelta del regime fiscale. Tra quello ordinario e quello agevolato. Dato che cambia tutto per quel che riguarda il pagamento delle tasse.

Avviamento di un’attività di lavoro autonomo con il regime fiscale forfettario

Al momento della richiesta dell’apertura della partita IVA, nel modello AA9/12 l’impresa individuale o il lavoratore autonomo deve indicare il volume d’affari presunto. Se si presume che questo sia inferiore ai 65.000 euro annui, di ricavi o di compensi, il contribuente potrà allora indicare nel modello stesso l’adesione al regime fiscale cosiddetto forfettario.

Il regime fiscale forfettario permette infatti di pagare annualmente sul reddito imponibile una tassa piatta che è al 15%. Ma oltre al limite dei ricavi o dei compensi annui, ci sono pure altri requisiti da rispettare. Proprio per poter rientrare nel regime fiscale forfettario. E tra questi il vincolo di sostenere nell’anno, complessivamente, spese per il lavoro non superiori alla soglia dei 20.000 euro lordi. Includendo non solo eventuali i lavoratori dipendenti. Ma anche i collaboratori.

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