Tutti pazzi per questo borgo segreto tra le colline dell’alto Lazio

Castello di Rocchettine

Tutti stanno andando pazzi per questo borgo segreto tra le colline dell’alto Lazio. Non per nulla lo ha scelto l’attore e regista John Turturro due anni fa per ambientare alcune scene della serie televisiva trasmessa dalla Rai, che si ispira al romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” . È un borgo piccolissimo e suggestivo in provincia di Rieti. Scopriamolo oggi con gli Esperti di Viaggi e Turismo di ProiezionidiBorsa.

Un ex paese fantasma

Era ex paese fantasma, Rocchette: fa parte del Comune di Torri in Sabina. È stato recuperato di recente, insieme agli altri borghi sparsi nella Sabina, sul versante tiberino.

Un territorio ricco di boschi e castelli, raggiungibile uscendo sull’Autostrada del Sole a Magliano Sabina. Rocchette venne costruita in epoca medievale in funzione della sua posizione strategica, dominante sulla valle. Permetteva di proteggere gli abitanti con le sue fortificazioni.

Sono ancora visitabili i resti del Castello di Rocchettine, una frazione disabitata, con le torri aggrappate alla roccia viva. L’isolamento di Rocchette, nei mesi del lockdown, è diventato prezioso e affascinante, richiamando molti visitatori diretti alla Cascata delle Marmore, che sono sempre in cerca di percorsi poco battuti, per esempio quelli a Colle Pietro.

Tutti pazzi per questo borgo segreto tra le colline dell’alto Lazio

Il vero nome di Rocchettine era Rocca Guidonesca. Si trattava di un borgo fortezza posto sul declivio di un colle, con strapiombo sul fiume sottostante, posseduto a lungo dalla famiglia Savelli. Passò poi nelle mani degli Orsini.

Mentre Rocchette divenne un centro rurale, ma la chiesa di San Lorenzo, con dipinti di Gerolamo Troppa, si sottopose a restauro nel Settecento. Ogni anno Rocchette si anima in autunno per la raccolta delle olive e per la festa patronale.

La gustosa gastronomia della Sabina Tiberina

La gastronomia della Sabina Tiberina è assolutamente di tendenza. E non solo per l’olio extravergine di oliva, dal colore giallo oro e dal sapore fruttato e aromatico.

Possiede delle note aromatiche molto simili a quelle dell’isola di Creta. Qui si mangiano, ovviamente, l’agnello alla brace, le coratelle in padella, le fettuccine con il pomodoro e funghi.

La focaccia tipica del luogo si chiama “fregnaccia” e si accompagna con salumi e formaggi locali. E altrove si gusta anche con zucchero e miele.

Tra i dolci più interessanti c’è la “pizza di Pasqua”, un ciambellone non dolce profumato all’anice.

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