Tutti la mangiamo, ma sappiamo qual è la sua origine?

mangiare la pasta

Tutti la mangiamo, ma sappiamo qual è la sua origine? Stiamo parlando di un piatto diffusissimo in tutta Italia, ma amato anche all’estero: la pasta. La pasta è senza alcun dubbio uno dei piatti tipici del nostro Bel Paese, e infatti ogni regione ha le sue preparazioni e ricette. Tuttavia è opportuno distinguere tra pasta fresca e pasta secca.
Scopriamo l’antica origine di questa preparazione ancora oggi amatissima.

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Pasta fresca

La pasta fresca si prepara con acqua, farina e uova e deve essere consumata subito. Le sue origini sono davvero antiche e molto probabilmente si sviluppa in modo parallelo ma indipendente in varie zone dell’Europa e dell’Asia. Tuttavia le due aree principali di crescita sono proprio la nostra Italia e la Cina.

Sicuramente gli antichi Greci conoscevano questa preparazione, come ci testimonia Aristofane nel V secolo a.C. descrivendo una pasta simile ai ravioli. Successive testimonianze ci vengo da tombe etrusche e poi in numero sempre maggiore dal mondo romano.

Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente le notizie sono assai scarse, ma è probabile che la produzione di pasta diminuì. Quel che è certo è che nel pieno medioevo la pasta fresca era un cibo soprattutto consumato dai ceti più alti. A partire dal XV secolo si hanno le prime vere ricette per la preparazione di questo piatto.

Pasta secca

Tutti la mangiamo, ma sappiamo qual è la sua origine? Per quanto riguarda la pasta secca la storia è più recente, ma sempre antica. Sembra infatti che questo cibo venga prodotto per la prima volta a partire dal IX secolo. La grande differenza tra la pasta fresca e quella secca è che quest’ultima si conserva molto più a lungo. In Italia le prime testimonianze scritte riguardanti la pasta secca si hanno a partire dal XII secolo, quando questa era già ampiamente diffusa tra tutti i popoli del Mediterraneo. In Italia durante l’alto medioevo la pasta era conosciuta ovunque.

Nel XV secolo si sviluppano i grandi pastifici artigianali, grazie specialmente a nuovi strumenti di lavoro per la sua produzione. La pasta secca era consumata soprattutto dai ceti bassi che avevano bisogno di scorte alimentari che durassero molto nel tempo.

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