Tutti gli occhi sono puntati sull’orizzonte statunitense e sulle prime reazioni dopo le parole di Powell

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Da un lato un continente asiatico che, orfano delle piazze di Shanghai e Tokyo, fa registrare sui suoi mercati azionari un generico segno più ad Hong Kong. Dall’altro una Wall Street i cui futures, proprio nel giorno del probabile rialzo di 50 punti base del costo del denaro ad opera della Federal Reserve, offre, invece, un incoraggiante segno più. Al centro l’Europa che appare cauta già dalle prime battute.

Sul fronte delle materie prime l’andamento del petrolio è ancora ondivago, combattuto tra le paure di una guerra e di uno stop europeo al gas russo e un calo della domanda dettato dai lockdown in Cina. Da ricordare, inoltre, che proprio Hong Kong potrà vedere solo domani un primo allentamento delle misure anti Covid scattate a febbraio. Intanto Pechino deve anche considerare il taglio drastico di Fitch sulle previsioni del PIL cinese che, quest’anno, secondo i suoi analisti, non dovrebbe arrivare oltre il +4,3% invece del precedente dato stimato al +4,8%.

Ovviamente tutti gli occhi sono puntati sull’orizzonte statunitense con gli analisti che rivedono i loro giudizi alla luce non solo delle prospettive economiche ma anche dei dati trimestrali e delle previsioni sull’evoluzione del quadro geopolitico. Ad esempio Oppenheimer ha preso in esame alcuni grandi nomi della finanza. Morgan Stanley è passato da un rating Perform ad un Outperform (target fissato a 111 dollari). Stesso percorso anche per JPMorgan Chase & Co. che, sempre in casa Oppenheimer è passato a un rating Outperform dal precedente Perform (t.p a 167). In Italia, invece, Mediobanca incassa il Buy di Intesa Sanpaolo (target a 12,70 euro) ed Equita (target di 12,80). Da evidenziare anche il Buy di RBC Capital Markets su Eni a 4,50 euro di target.

Tutti gli occhi sono puntati sull’orizzonte statunitense e sulle prime reazioni dopo le parole di Powell

Come accennato in apertura, la protagonista della giornata sarà la FED che oggi comunicherà le sue decisioni in materia di politiche monetarie. Le diverse previsioni, tutte orientate verso un aumento dato per certo, comprendono una stretta di 50 punti base. Ma la Banca centrale USA non sarà la sola ad intraprendere questa strada.

In particolare partendo dalla Gran Bretagna che, proprio domani, potrebbe confermare un ritocco di 25 punti base. Da qui il viaggio tra le istituzioni che hanno deciso di combattere l’inflazione passa per Corea del Sud, Canada e addirittura dalla Nuova Zelanda che ha alzato i tassi per la prima volta da oltre 10 anni. Partendo, perciò, da questi presupposti, il trend, a livello mondiale, sembra essere chiaro.

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