Tutti gli errori che gli investitori in obbligazioni e reddito fisso non dovrebbero mai fare

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Quando si investe, soprattutto se si vuole fare da soli, è obbligatorio avere un portafoglio ben bilanciato e diversificato. Di conseguenza, anche in un momento di tassi molto bassi, se non negativi, come questo, le obbligazioni non possono mancare. Ma anche investire nel reddito fisso non è un gioco da ragazzi. Anche se è, teoricamente, meno rischioso che investire in azioni. Quindi gli investitori devono stare attenti. Vediamo perciò tutti gli errori che gli investitori in obbligazioni e reddito fisso non dovrebbero mai fare.

Evitare reazioni comportamentali eccessive. Soprattutto alle oscillazioni a breve termine dei tassi di interesse. I tassi di interesse hanno un impatto significativo sulle obbligazioni. Salgono e scendono, non sono mai fissi. Se si investe in bond, bisogna considerare questo fatto. Ma mai lasciarsi andare a comportamenti scorretti. Come per i titoli azionari, anche qui vale la regola della pazienza. E in Borsa la pazienza paga. Sempre. Un’obbligazione mantenuta fino alla scadenza dà diritto al pieno rimborso della medesima. E nel frattempo si sono riscosse le cedole che ha pagato. Se invece si vende prima, si può realizzare un profitto, ma anche una perdita. Come con un’azione, appunto. Morale: mantenere un’obbligazione per la sua durata, con pazienza, paga.

Con curva dei rendimenti piatta, attenzione alle obbligazioni a breve. Se la curva dei rendimenti diventa piatta, i rendimenti delle obbligazioni a lunga durata, che pagano di solito di più, tendono ad avvicinarsi a quelli di quelle a breve. Che pagano di meno. In questo senso la curva è piatta. Spostarsi sui titoli a breve in questo caso, però, è un errore. Perché se il mercato azionario andrà male, nel breve, le obbligazioni a lunga scadenza risaliranno. E se non si hanno più, si perde un guadagno.

Tutti gli errori che gli investitori in obbligazioni e reddito fisso non dovrebbero mai fare

Fare attenzione, sempre, all’inflazione. Per chi investe in obbligazioni, l’inflazione è molto più importante dei tassi a breve. Perché? Perché l’inflazione erode il capitale nel lungo termine. E investire 10.000 euro oggi per riaverli magari tra 10 anni significa doverci detrarre 10 anni di inflazione. Se l’inflazione fosse stabile tra l’1 e il 2% per un dato periodo di tempo, un titolo obbligazionario dovrebbe rendere almeno il 2% all’anno solo per permettere di rimanere in pareggio. Chi si accontenta di tassi di interesse bassi e non conteggia l’inflazione, sul lungo andare perde. Ecco perché i bond più lunghi di un decennale, o quelli ad alto rendimento hanno più fascino di quelli a breve.

Non sottovalutate i rischi dei bond ad alto rendimento. Più fascino, appunto. Fascino dato da un rendimento a scadenza più alto. Ma maggior rendimento vuol dire sempre maggior rischio. Ricordatevelo bene. E valutate sempre se il tasso di interesse più elevato di queste obbligazioni giustifica il rischio in più che vi prenderete. I titoli obbligazionari servono a stabilizzare il portafoglio, non a rischiare troppo. Di conseguenza, i titoli High Yield dovrebbe costituire solo una parte limitata e periferica del vostro portafoglio.

Finiamo la disamina di tutti gli errori che gli investitori in obbligazioni e reddito fisso non dovrebbero mai fare con una cosa importante. Non fidatevi mai ciecamente dei giudizi delle agenzie di rating. Sono importanti, certo. Ma le Tre Sorelle (Moody’s, Fitch e Standard & Poor) non sono il Vangelo.  Anche le agenzie di rating tendono a sbagliarsi. Ricordate Lehman Brothers? O Cirio e Parmalat? E sono piuttosto lente a reagire a quello che succede sui mercati. E gli esempi appena fatti sono proprio calzanti, al proposito. Valutate bene l’azienda da ogni punto di vista, prima di comprarne i bond. Ne va dei vostri soldi, dopotutto.

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