Tutti comprano tanta frutta e verdura, ma quella estera è 8 volte più contaminata

frutta e verdura

La frutta e la verdura sono la prima voce di spesa delle famiglie italiane. Nel carrello occupano più spazio di tutti gli altri prodotti, dalla carne alla pasta, dal pesce ai formaggi, dal latte all’olio. Ognuno di noi mangia circa 160 chili di verdura e frutta all’anno. In media spendiamo 1.300 euro all’anno a persona. Ma emerge che siamo sempre meno interessati alla provenienza o alla tipicità. Ci basta spendere meno che si può. Inoltre, circolano poco le informazioni che contano. Tutti comprano tanta frutta e verdura, ma quella estera è 8 volte più contaminata. Ecco, dunque perché mentre i consumi di frutta e verdura salgono, i nostri agricoltori sono in difficoltà. Vediamo oggi cosa succede con la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

L’anno nero della frutta

Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia è quello che conta una maggiore propensione al consumo di ortofrutta, con più di 8 italiani su 10 (81%). È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti 2021 presentata al Macfrut di Rimini. Ma per la frutta italiana è stato un anno davvero ‘nero’. Attualmente mangiamo almeno una porzione di frutta o verdura al giorno che ammonta, secondo l’Organic F&V Monitor, pari a 1 miliardo di chili nell’ultimo decennio. Ma i consumi di frutta nazionale sono scesi, mentre crescono quelli di frutta straniera, che costa meno alla produzione. A questo proposito ricordiamo che ora è possibile coltivare meglio, spendendo meno. Non solo, mai più pericolosi afidi e acari in giardino e nell’orto con questi nuovi rimedi che rispettano la salute.

Tutti comprano tanta frutta e verdura, ma quella estera è 8 volte più contaminata

Un anno fa la Coldiretti rese noto il dato che gli ortaggi stranieri venduti in Italia sono oltre otto volte più pericolosi della media dei prodotti nazionali. Lo si legge nel report del Ministero della Salute sul “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti” pubblicato a luglio 2020. “È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri. Garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità”, sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Intanto la frutta è ancora massicciamente presente nella classifica di EWG (Environmental Working group) 2021 sull’ortofrutta contaminata da pesticidi e insetticidi. Nei primi dieci posti ci sono fragole, nettarine, mele, uva, ciliegie, pesche e pere. Tra i prodotti meno contaminati, ci sarebbe l’avocado.

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