Trump non ha apprezzato le dichiarazione del presidente della Banca centrale americana.
Il governo americano aveva più volte sostenuto una ulteriore politica espansiva monetaria stimolato anche da tassi negativi.
Jerome Powell ha affermato “ la FED non sta pensando a tassi negativi”, almeno per adesso.
La soluzione ottimale quale può essere? Portare i tassi sotto lo zero o incrementare gli stimoli fiscali?
Lo stesso Powell consigliava maggiori interventi nel settore fiscale, per dare maggiori stimoli all’economia.
I tassi negativi non sempre hanno dato risultati positivi, il caso più eclatante è quello del Giappone.
Anche l’U.E. con tassi quasi negativi non ha certo risolto il problema della crescita del PIL.
La grande finanza è favorevole alle richieste di Trump.
Perché?
Con i tassi negativi vi sarebbe l’inversione del credito, ovvero chi presta denaro deve pagare un tasso negativo. Alla scadenza del prestito riceve meno di quanto ha concesso.
Quali effetti positivi provocherebbe questa politica monetaria di “credito facile”?
Sostanzialmente due:
- aiutare gli investimenti, quindi la crescita economica generale;
- far ripartire l’inflazione, che a detta di noti economisti è troppo bassa.
In Europa non è stato proprio così.
Le banche europee, ed in particolare quelle italiane, abituate a lavorare con differenziali tra tassi attivi e passivi di oltre 10 punti percentuali, hanno visto diminuire i loro introiti finanziari.
Se le banche italiane potessero pretendere dei tassi negativi sui depositi dei propri correntisti sarebbe un vero disastro sociale.
Le banche continuerebbero a fare credito a breve a tassi ancora a due cifre e conseguentemente avrebbe incassi impropri sulle giacenze a debito.
Le banche italiane sono efficienti?
Se in Italia vogliamo continuare ad agevolare gli istituti bancari in maniera veramente sfacciata dovremmo richiedere da questi almeno una maggiore efficienza.
Cosa intendiamo per efficienza bancaria? Che il differenziale tra i tassi attivi/passivi non possa essere maggiore del doppio, maggiorato di uno spread in tasso percentuale inferiore all’1%, di quello praticato sul mercato ( tassi euroribor).
Altrimenti si legalizzerebbe un vero e proprio esproprio in favore delle banche, sarebbe forse meglio una tassa patrimoniale straordinaria o ordinaria.
Questa imposizione andrebbe a favore di tutta la collettività.
Trump e FED: quali benefici di un tasso negativo?
L’unica cosa positiva si avrebbe sul debito pubblico in quanto consentirebbe allo Stato di emettere titoli a scadenze più lunghe e a tassi più bassi.
Il maggiore utile si avrebbe nella conversione temporale del debito, in quanto le scadenze a breve termine sarebbero sostituite da scadenze medio lunghe.
Se l’economia statunitense continuerà a correre sicuramente non vedremo tassi negativi nel sistema finanziario americano.
Viceversa, nel caso in cui aumenterà la disoccupazione, non vi sarà quello stimolo alla ripresa economica, e l’emergenza del coronavirus non sarà risolta. Solo in questo caso l’ipotesi di tassi negativi sarà presa in seria considerazione dalla FED americana.
In tal caso, a breve avremmo un rafforzamento della moneta verde come non si era mai visto da anni, un vero e proprio superdollaro.