Trump circondato da colombe

guerra commerciale

Se continua così sarà ben difficile che Donald Trump possa sperare di ottenere dalla FED un atteggiamento espansivo fatto di tagli dei tassi e di un nuovo QE.

Anche la giornata odierna ci offre un quadro di dati macroeconomici USA straordinari. Positivi nei valori assoluti e quasi tutti sopra le attese.

Come dire che le colombe della FED possono tranquillamente festeggiare la Pasqua in serenità con la certezza che i corvi, che Trump sta cercando di aizzare, hanno a disposizione ben poche armi di “seduzione” nei confronti di Powell.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

    Richieste di disoccupazione continua 1.653K 1.720K 1.716K
    Vendite al dettaglio beni essenziali (Mensile) (Mar) 1,2% 0,7% -0,2%
    Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione 192K 205K 197K
    Media delle richieste sussidio di disoccupazione di 4 settimane 201,25K   207,25K
    Indice di produzione della Fed di Filadelfia (Apr) 8,5 10,4 13,7
    Rilevazione dei prezzi pagati della Philly Fed (Apr) 21,60   19,70
    Controllo delle vendite al dettaglio (Mensile) (Mar) 1,0% 0,4% -0,3%
    Vendite al dettaglio (Mensile) (Mar) 1,6% 0,9% -0,2%
    Vendite al dettaglio – carburanti esclusi (Mensile) (Mar) 0,9% 0,5% -0,7%

Per cominciare si parte coi due dati sulla disoccupazione che per la seconda settimana consecutiva battono, entrambi, il consensus.

Evento raro e significativo della forza che ancora spinge al massimo l’economia statunitense.

Tra l’altro 192k di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione rappresenta il minimo storico assoluto.

Alla faccia di chi parla di forte rallentamento o addirittura di recessione.

Trump accecato dai rischi sulla futura campagna elettorale

E’ evidente che la casa Bianca non può non conoscere questi dati straordinari e averne anche in anticipo le proiezioni.

Risulta pertanto difficile non pensare che Trump abbia messo su “il disco” ora per ottenere poi una FED morbida ai primi concreti segnali di frenata economica.

Rallentamento concreto che stando a molti potrebbe coincidere proprio con la campagna elettorale che lo vedrà impegnato alla ricerca della rielezione.

Insomma meglio portarsi avanti…

Anche perché pretendere una FED espansiva immediatamente, con le vendite al dettaglio che volano a +1.6% versus 0.9% e col precedente a -0.2% sarebbe folle.

Anzi continuando così, il rischio inflazione, almeno negli USA, potrebbe rifare capolino e allora “apriti cielo” a pensare alla battaglia che si scatenerà tra falchi e colombe.

Solo il Philly FED appoggia Trump

Di tutti i dati macroeconomici pubblicati oggi l’unico sotto le attese è risultato il Philly FED, ma è dato volatile: troppo poco per supportare le pretese del presidente americano.

Sulle borse USA ottimismo, nuovi record e buy back

Le borse USA sono ormai lanciate verso nuovi massimi (il Nasdaq lo ha già fatto), regna l’ottimismo e dati macroeconomici di tal fatta lo giustificano ampiamente.

Tanto più che lo spauracchio del rialzo dei tassi è congelato.

Gli stessi milionari buy-back sono segnale concreto di come le aziende americane abbiano piena fiducia in se stesse.

Che poi queste operazioni incidano indirettamente sui fondamentali dei titoli quali utili, dividendi e P/E è conseguenza naturale in cui non ravviso nulla di forzato o anomalo.

Anzi, se poi parte di queste azioni venisse riassegnato a dirigenti e impiegati od operai il segnale sarebbe ancora più forte.

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