Trump all’assalto della FED: la borsa deve salire!

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Donald Trump ha rotto gli indugi ed è tornato pesantemente all’attacco della FED.

Il Presidente americano ha testualmente detto: “Se la FED avesse fatto bene il suo lavoro, e non lo ha fatto, il Dow Jones sarebbe salito da 5mila a 10mila punti in più, e il PIL sarebbe ben oltre il 4% invece del 3%…con quasi zero inflazione”.

Una teoria folle visto che è proprio grazie alla politica delle FED che anni fa è stata superata la crisi sub-prime.

Successivamente poi i mercati USA hanno trovato proprio nella FED e nelle sue politiche quel sostegno “morale” che li ha condotti ripetutamente verso nuovi record.

Trump ha dei meriti ma ora esagera

Nessuno nega che Trump con la sua politica fatta di tagli fiscali e investimenti pubblici abbia una considerevole parte di merito nella entusiasmante dinamica del ciclo economico americano.

Ora però l’inquilino della Casa Bianca sta chiaramente esagerando.

Definire “killer” la politica di stretta monetaria della FED è attacco gratuito

Poi Trump ha ovviamente concluso il suo sproloquio dicendo che: “si sarebbe dovuto fare esattamente l’opposto”, cioè tenere i tassi di interesse bassi.

Come se i tassi al 2.5% attuale fossero, in un’analisi storica, da considerare alti.

Le responsabilità sul PIL

Poi Trump volutamente ignora che se il PIL ha abbandonato i livelli intorno al 4% una buona parte delle cause va ricercata nello shutdown da lui stesso provocato.

Shutdown conseguente alla lotta per la costruzione del muro col Messico che ha provocato il blocco delle attività amministrative.

Inoltre, shutdown a parte, un rallentamento del PIL da livelli da paese emergente era assolutamente fisiologico.

Inflazione sotto controllo

Tutta da verificare poi è la teoria che l’inflazione sarebbe rimasta sotto controllo come accaduto nella realtà, se la FED avesse continuato a inondare i mercati di liquidità a zero.

Anche qui la storia ci dice che probabilmente invece l’inflazione si sarebbe mossa eccome.

I 5000 punti in più di Dow Jones

Quanto ai 5/10000 punti in più di Dow Jones Trump pare dimenticare che le borse USA hanno iniziato a battere in testa ben prima delle mosse della FED.

Il condizionamento c’è stato, è innegabile ma resta tutto da verificare che con al FED ferma il Dow Jones e gli altri indici avrebbero fatto meglio…

Senza contare che gli operatori di borsa si sentono ora certamente più tutelati in America con una FED che ha 2,5% di tassi da “spendere” rispetto a una UE dove la BCE ha i tassi a zero!

Trump: voglia di rielezione

La verità è che Trump teme che il rallentamento arrivi proprio nel 2020 quando si avvierà la campagna elettorale che lo vedrà impegnato in prima persona per rimanere alla Casa Bianca.

Il Presidente in carica si sta dunque evidentemente muovendo in anticipo.

Il tutto per evitare che, come proiettato attualmente, l’economia e le borse americane arrivino in affanno proprio in quel periodo fatidico.

Possono gli interessi personali essere il corretto faro per la guida dell’economia più grande del mondo?

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