Trump abbassa i toni e le Borse rialzano

Trump

Evidentemente il Presidente Trump è ben consapevole che a tirare troppo la corda sui dazi potrebbe capitare che la situazione, specie sui mercati azionari, degeneri.

Quando i mercati iniziano a scendere non si può mai escludere  che lo facciano molto più di quanto preventivato ad ogni Tweet aggressivo.

E così, sbollita la rabbia per la contromossa di rialzi doganali da parte dei cinesi, il Presidente americano ha ben pensato di abbassare i toni.

Durante il G7 il tycoon ha di nuovo parlato di passi avanti sul fronte di una guerra commerciale che solo tre giorni fa pareva avere toccato il suo apice.

E soprattutto di esser sul punto di esplodere fuori controllo.

Trump morbido le Borse apprezzano

Certamente meglio di così le Borse non potevano auspicare.
Magari questo minuetto non piacerà molto agli analisti e starà inevitabilmente facendo soffrire i modelli direzionali.

Ma, in ultima analisi, questa è tutta energia che i listini stanno accumulando in vista di una uscita, presumibilmente rialzista, che potrà compensare i falsi segnali delle fasi laterali.

Tabella principali dati macroeconomici di giornata

Certamente il tema dei dazi, trattato al G7, è stato l’argomento focale della giornata ma anche sul fronte macroeconomico sono usciti numeri importanti e significativi.

Per l’ennesima volta i dati tedeschi hanno deluso con un IFO a 94,3 versus 95,1.

Evidentemente al G7 si sono detti che è ora che la BCE sfoderi questo attesissimo bazooka monetario e le Borse credono in questa potenza di fuoco in arrivo.

Meglio come al solito i dati USA tra cui vediamo gli ordinativi dei principali beni durevoli un po’ sotto le attese, …ma poi subito compensati dal dato generale mensile che presenta un significativo
+2.1% versus 1.1% atteso e 1.8% precedente.

Anche qui si è creato un mix favorevole a smuovere la FED sul fronte del taglio dei tassi.

Le tensioni commerciali restano comunque alte.

Le Borse anche a Wall Street hanno barcollato.

Qualche dato macroeconomico USA che perde il colpo si intravede.

Pertanto ipotizzare un Powell più pronto a ribassare i tassi non è assolutamente utopico.

E al Meeting FED di settembre ormai mancano meno di 3 settimane.

Probabili nuovi giri di valzer in attesa delle decisioni vere e proprie.

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