Toro in borsa vecchio fa buon…2019!

Toro in borsa

Qualcuno parla di Toro in borsa invecchiato.

Potrebbe anche essere ma è un toro arzillo e anche recentemente ritemprato.

Vediamo perché.

Innanzitutto è vero che il draw down dell’autunno 2018 è stato tutto sommato composto e limitato ma va comunque commisurato alle dinamiche del prolungato rialzo precedente.

E poi va “contabilizzata” la esponenziale rilevanza che le politiche monetarie hanno assunto in relazione alle dinamiche delle borse.

Toro in borsa con energie ricaricate

Possiamo dunque a ragion veduta ritenere che il toto in borsa si sia preso la dovuta pausa.

Quella che gli “Elliottiani” chiamano onda correttiva ed ora sia partito per una nuova gamba rialzista importante.

Probabilmente quella che si rivelerà ex post la più significativa di questo ciclo di toro in borsa.

Dati predittivi e dati contingenti

Abbiamo recentemente scritto di come nel concreto delle borse stia prevalendo la lettura dei dati predittivi rispetto alla proiezione dei dati contingenti.

Questo ci conferma che i mercati sono ampiamente orientati al rialzo anche e proprio in virtù del fatto che sono sempre meno le alternative liquide e allo stesso tempo remunerative rispetto all’equity.

I rendimenti dei bond si stano ovunque nuovamente (Italia compresa) appiattendo verso il basso e quindi l’azionario può contare su una domanda diffusa e costante.

La caccia ai dividendi è sempre più serrata e poco potranno incidere come trend di fondo le trimestrali eventualmente meno attraenti vista proprio la mancanza di alternative.

Stagionalità favorevole

Aprile è spesso mese più imprevedibile dello stesso marzo pazzerello.

Non a caso decine di funeste previsioni vengono ogni giorno smentite dalla tenuta del Toro in borsa.

Sul sito di ProiezionidiBorsa da tempo ci siamo posizionati fuori dal coro sostenendo la forza di questo ciclo al rialzo dell’azionario.

Molti a fine marzo ritenevano che  il rally di Wall Street e delle altre Borse mondiali non fosse sostenibile.

Addirittura abbiamo letto di un fenomeno temporaneo e “drogato” dall’inversione a U della politica monetaria effettuata dalla Fed a fine dicembre 2018.

E invece… sia lo S&P 500 che il Dow Jones sono ormai in prossimità dei massimi storici di fine settembre e tutto conferma che presto tali record verranno

aggiornati.

Teniamo anche conto che il Nasdaq il suo lo ha già battuto e spesso sappiamo che l’indice tecnologico è un anticipatore…

Certo prima o poi ritoccati i massimi un nuovo sciacquone arriverà ma da qui a parlare di prolungata fase orso ce ne corre…

Toro in borsa: tenere le posizioni a due fasi

Nelle fasi in prossimità dei record, tanto più nel periodo delle trimestrali la volatilità tende ad aumentare.

Questo può indurre alla tentazione di chiudere le posizioni troppo presto.

L’ideale è avere un portafoglio composto a due livelli da pesare a seconda del proprio money-management e della volatilità accettata.

Vale a dire avere una componente statica che si terrà aperta LONG fino a che il Toro in borsa avrà veramente esaurito le sue energie e una componente

dinamica da aprire e chiudere su segnali più brevi.

Consigliati per te