Titoli bancari: è ora di investire?

titoli bancari

I titoli bancari, a Piazza Affari sono da sempre, insieme agli energetici, uno dei pilastri del mercato tricolore. Ma è sempre il caso di investire sulle azioni degli istituti di credito?

Facciamo il punto della situazione

Dopo l’addio di BlackRock dalle operazioni di salvataggio di banca Carige si guarda con nuove perplessità all’operazione. Un’operazione che ha scoperchiato nuovamente le tante fragilità del sistema bancario italiano. Fragilità che sembravano essersi rafforzate anche grazie alle tante strategie di riordino dei conti, con la pressione, spesso, anche della Bce. Dopo il clamoroso caso Mps che portò ad un altrettanto clamoroso salvataggio di stato, arriva adesso quello di Banca Carige.

Titoli bancari: non solo banca Carige

Ma potrebbe presto non essere la sola. Il motivo?

Lo spread aleggia ormai da troppo tempo sopra quota 270 e sconfina spesso e volentieri anche oltre i 280 punti. A tutto discapito delle banche i cui caveau sono da sempre colmi di titoli di stato tricolori. A questo si deve aggiungere anche una forte difficoltà nel gestire la perenne Spada di Damocle che arriva dalla politica. Una spada che potrebbe addirittura cadere a breve. Infatti alle tante tensioni interne alla maggioranza dettate da questioni “nazionali” come la gestione dell’immigrazione o l’abolizione delle province se ne aggiungono anche altre. Le più vicine, in ordine di tempo, sono le elezioni europee. In quest’occasione, infatti, Lega e M5S si presentano su schieramenti differenti. Il che li rende avversari anche fuori casa.

Tornando però alle banche e dando uno sguardo ai singoli istituti di credito non si può fare a meno di considerare che, dagli ultimi conti il primo trimestre 2019 ha regalato sorprese non gradite.

I numeri di Bankitalia e i titoli bancari

Nello specifico un rallentamento di utili e ricavi per la maggior parte dei grandi istituti italiani (-13% in media). Stando a cifre di Value Partners, addirittura i proventi sarebbero in calo i misura maggiore rispetto ai costi. Questi ultimi sono stati visti in calo per lo più sul fronte di quelli amministrativi (-9%) de del personale (-3%).

Un taglio che è stato favorito anche dall’adozione di soluzioni digitali. Ma i numeri parlano anche di altro. Meno sofferenze sui crediti non performanti ma anche, in parallelo, meno prestiti alle imprese. A marzo, stando ai dati pubblicati da Bankitalia, i prestiti alle imprese hanno registrato, su base annua, un +0,8% invece del +1,2% su febbraio. In calo anche i prestiti alle famiglie: 2,5% contro il 2,6% di febbraio.

Consigliati per te