Titoli azionari più colpiti dalla minaccia di Trump

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Le minacce di Trump hanno raggiunto lo scopo: scuotere i mercati. Questi i titoli azionari più colpiti.

Cosa sta succedendo sui mercati

Dazi del 10% (che potrebbero diventare 25%) sugli ultimi 300 miliardi di merci cinesi rimasti “liberi” da tariffe doganali. Il tutto mentre già altri 250 miliardi sono “coperti” dalla stessa tassa. Dopo questo è facile immaginare rappresaglie da parte della Cina che, finora, si è limitata a sua volta a minacciare e a rispondere con misure speculari. Ma da ricordare che Pechino ha in mano il debito Usa (una fetta ampia) e ancora di più le famose terre rare, indispensabili per l’industria hitech.

Il settore hitech

Ma il fronte delle tariffe si allarga ai veicoli e componenti auto europei. In tutto questo ci si mette anche il Giappone che, anche lui nella lista nera di Washington, a sua volta deve vedersela con la Corea del Sud che reclama indennizzi per l’occupazione nipponica durante la seconda guerra mondiale. Tokyo, per rappresaglia, ha escluso Seoul dalla lista dei partner privilegiati per scambi commerciali agevolati. Il problema, quindi, si sta evidenziando anche in un’area, quella della Corea del Sud e del Giappone, dove è forte l’industria hitech. La stessa coinvolta nella disputa tra Usa e Cina.

Gli altri settori e titoli azionari coinvolti

Ne consegue che uno dei settori più a rischio in questi frangenti è proprio il settore tecnologico. Un esempio è il fatto che nella lista delle peggiori performance di ieri ci fossero nomi come STM, Fca, Ferrari (RACE) (quest’ultima ha dovuto scontare anche il fatto di non aver aumentato le stime per il 2019 come invece il mercato sperava, un po’ come Pirelli, anch’esso sotto pressione per una revisione al ribasso dei target di fine anno), Exor, Cnh Industrial e in generale un po’ tutto il comparto auto e industriale esposto all’export.

Il problema per Piazza Affari?

Il problema per Piazza Affari è quello di una duplice esposizione non solo alla questione dazi ma anche a quella politica. Il che spiega anche il negativo dei titoli azionari del comparto bancario. Mercati sotto stress e, come sempre accade, utility in vantaggio proprio per la loro natura di titoli difensivi. Ma parafrasando un antico adagio, se Milano piange, il resto del mondo non ride. Almeno stando a quanto dichiarato da Martin Soong, ad del secondo istituto di credito di Singapore, Oversea-Chinese Banking Corp. secondo cui le nuove tariffe del presidente Usa Donald Trump sulla Cina potrebbero “far arretrare” l’intera economia mondiale.

Approfondimento

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