Chi investe nel mercato azionario, fondamentalmente, ha un solo ed unico sogno: trovare titoli azionari che possono rendere ricchi.
Come guadagnare tanti soldi in Borsa
Esistono alcuni titoli azionari che possono rendere ricchi? La risposta è sì. O per meglio dire: esistono titoli azionari che possono rendere ricchi purchè ben scelti e soprattutto ben amministrati. Infatti nella creazione di una strategia di investimento un ruolo fondamentale viene rivestito dalla scelta degli asset migliori per guadagnare. Solitamente un buon suggerimento, anzi, una vera e propria idea di investimento, arriva dai dividendi aristocratici.
Alternativa all’investimento obbligazionario
Con i dividendi aristocratici si parla di quei titoli che hanno aumentato i loro pagamenti almeno una volta all’anno per un minimo di 25 anni consecutivi. Inoltre attirano l’interesse degli investitori perché sono una interessante alternativa all’investimento obbligazionario pur presentando una stabilità che a volte i bond possono non avere. Scegliendo con attenzione i titoli giusti e reinvestendone la cedola nel tempo, è possibile aumentare il capitale investito. E anche molto.
Ma tra le tante azioni e titoli sui mercati azionari, quali sono i migliori e i più interessanti?
Titoli azionari che possono rendere ricchi: il caso di Wall Street
A Wall Street, McCormick (NYSE:MKC) è uno di quei titoli con dividendi aristocratici che possono rendere ricchi. L’ultimo aumento? Un +9% registrato non più tardi di qualche settimane fa che porta il dividend yield all’1,5%. A suo favore, per la politica industriale, l’aver captato il nuovo trend alimentare delle scelte salutiste da parte dei consumatori. Se invece si vogliono sfruttare i megatrend finanziari dei pagamenti online allora il nome è Mastercard (NYSE:MA). In realtà il gigante delle carte di credito e debito non è un Dividendo Aristocratico. O almeno non ancora, ma considerando, appunto, il trend di lungo periodo, potrebbe diventarlo. Intanto nel 2019 si è visto un +21% per un dividend yield che, però, non arriva allo 0,6%.
