Tira l’economia giapponese ed il Nikkei continua a puntare ad ambiziosi target di medio periodo

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 Prosegue la marcia dell’Indice giapponese capace nei giorni scorsi di ignorare qualche inciampo dei listini globali dimostrando una forza relativa decisamente al top.

Se poi ci si mettono anche dati macro molto, molto positivi a a corroborare la situazione ecco che ci troviamo di fronte alla concreta ipotesi di una borsa con una gran voglia di stupire e almeno riavvicinare quei massimi ormai troppo lontani nel tempo: decenni, inizio anni ’90.

In caso di una fase orso pesante difficilmente il Giappone si esimerà dall’accodarsi ma nel frattempo e probabilmente anche dopo pare manifestare tutti i segnali di un listino tonico in grado di “performare” meglio delle principali borse da qui a un medio termine.

Questa teoria viene corroborata oltre che da una valutazione implicita e grafica del movimento in atto anche da una serie di dati economici decisamente positivi. Vediamo quelli odierni:

    Saldo della bilancia commerciale destagionalizzata -0,19T -0,14T -0,10T
    Esportazioni (Annuale) (Ago) 6,6% 5,6% 3,9%
    Importazioni (Annuale) (Ago) 15,4% 14,9% 14,6%
    Saldo della bilancia Commerciale (Ago) -445B -469B -232B

 

Tre dati su quattro positivi nel Giappone degli ultimi anni sono stati evento abbastanza raro. Quello che colpisce in particolare è l’incremento in contemporanea sia delle importazioni che delle esportazioni, chiaro segnale di un buono stato complessivo dell’economia; sia in termini produttivi che di consumi interni.

Qualcuno può storcere il naso nel vedere il tasso di sconto ancora bloccato in territorio negativo a -0,10% e magari pensare: “bello sforzo”… ci permettiamo di citare Machiavelli col suo “il fine giustifica i mezzi” visto che qua stiamo parlando di mezzi non violenti, utilizzati ormai da decenni da una nazione isolata , in tutti i sensi (geografico e non solo), che fa un mondo a sé stante.
Non abbiamo la controprova se magari, con una politica dei tassi più tradizionale, il Giappone avrebbe superato meglio questi decenni di involuzione e se la sue borse chissà avrebbero recuperato i vecchi massimi ad oggi ancora lontani… Ci limitiamo a constatare che nel presente, questa specie di Quantitative Easing ante litteram e di lunghissimo termine, sta dando frutti copiosi e positivi.

Dopo lunghi anni di  letargo nel paese del sol Levante torna a splendere il sole di un ciclo economico fiorente. Dinamica sorretta, questo è sicuro, dai nuovi mercati asiatici. Nazioni che pur non sempre ben disposte politicamente verso i nipponici non possono esimersi dall’ aprire, all’interno della propria crescita dei redditi pro-capite e dei consumi , ai prodotti giapponesi da sempre di qualità medio alta e prezzi abbordabili.

E siamo solo agli inizi…

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