Thomas Cook era un titolo azionario destinato al fallimento

Thomas Cook

In un’epoca dominata dalla tecnologia che permette una grande autonomia con il proprio smartphone, modelli di business come le agenzie di viaggi sono ormai considerate obsoleti. In tale contesto, la notizia del fallimento della storica compagnia Thomas Cook, che oggi  imperversa su tutti gli organi di stampa mondiali, ne è una conferma.

Il Gruppo Thomas Cook

Il Gruppo londinese era considerato il secondo in Europa per importanza, con quasi 100 aerei di proprietà e 3000 punti vendita. Oltre a ciò poteva contare quasi 20 milioni di clienti annuali e più di 30.000 dipendenti. Nel 2012 fu sponsor ufficiale delle Olimpiadi di Londra 2012 essendo uno dei più grandi tour operator del Regno Unito e poter fornire quindi tutti i servizi connessi.

Gli azionisti del gruppo e le acquisizioni

Dal 2011 la compagnia ha visto come suoi principali azionisti Lloyd Bank per il 9% e BlackRock, AXA, Massachusetts Financial Services Company e Standard Life Investments tutti con una media di circa il 4%. Tra le principali acquisizioni di Thomas Cook Group troviamo Elegant Resorts per l’orientamento ai viaggi di lusso e sempre nel 2008, l’acquisto di una base a Preston per un valore di 87 milioni di sterline. L’anno seguente fu la volta del lancio di Thomas Cook TV, a seguito dell’acquisizione di Octopus Media Technology.

La bancarotta e le conseguenze

Oggi, 23 settembre 2019, la società ha dichiarato ufficialmente bancarotta. Le motivazioni addotte sono state l’impossibilità di raccogliere 200 milioni di sterline, che avrebbero contenuto la catastrofe ed evitato la bancarotta. Tutto ciò nonostante la proposta del Gruppo cinese Fonsun, che di fatto controlla il gruppo londinese, di un piano da più di un miliardo di sterline. Un piano che prevedeva una conversione del debito in azioni per 2 miliardi e la cessione delle flotte aeree ai creditori.

Il problema dei rimpatri

Come riportato dai media, il Foreign Office londinese è attualmente alle prese con il “più grande rimpatrio nella storia del Regno Unito” effettuato in periodi non bellici. È facile capire il perché. Attualmente più di 500 mila turisti sono rimasti bloccati fuori casa a causa del fallimento e 150.000 di essi sono londinesi in Paesi esteri. Per questa operazione già sono stati organizzati quasi 50 voli charter e Boris Johnson ha dichiarato che sarà fatto il possibile per limitare i disagi. Riguardo ad un possibile salvataggio pubblico della compagnia, il primo ministro britannico ha negato categoricamente l’eventualità, definendolo un azzardo.

Il titolo azionario Thomas Cook Group

È abbastanza anomalo analizzare un titolo azionario di una società che ha dichiarato bancarotta e potrebbe sembrare addirittura inutile. In quest’ottica però potremmo operare a posteriori, considerando il grafico storico del titolo.

Grafico storico Thomas Cook Group

Come è evidente, fin dal suo esordio sulla London Stock Exchange, le cose per il tour operator sono andate abbastanza male. Un tonfo che è partito da una quotazione di 267 sterline ed è arrivato a sole 10 nel giro di 4 anni. Segni di ripresa sono stati evidenti dopo il 2012, a causa probabilmente della sua già accennata partecipazione come sponsor alle Olimpiadi di Londra. Ma già dal 2014 è ricominciata la discesa che lo ha portato alla bancarotta dei giorni nostri.

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