Tassi fermi con un Mario Draghi calmo e l’euro che accelera nei confronti delle principali valute

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Un Draghi pimpante e molto in forma ha risposto oggi  in modo arguto e più deciso del solito alle domande dei giornalisti.

Pur avendo aperto con un sorriso a qualche novità mancando ancora due incontri da qui alla fine del 2018 in realtà la BCE ha confermato che fino a 2019 inoltrato non vi sarà alcuna intenzione o che di si voglia possibilità di rialzi dei tassi sull’euro.

Molto gradevole la sicurezza con cui ha smontato i giornalisti che mettevano in dubbio la stabilità dell’Italia prendendo per la prima volta posizione nette sul paese cui comunque lui stesso appartiene. In sostanza Draghi ha ribadito che membri del governo hanno più volte ribadito l’impegno a (scusate il gioco di parole) rispettare gli impegni con l’Unione Europea.

In realtà stamani il sottosegretario Giorgetti ha ribadito che il governo non potrà esimersi dal trattare i temi centrali del programma di governo votato dai cittadini. Ovvero Flat Tax , legge Fornero e reddito di cittadinanza. Come queste voci tutte insieme potranno essere in linea col mantenimento dei target europei in sede in particolare di rapporto deficit PIL è tutto da verificare. E su questo si giocherà la stabilità dei nostri titoli.

Collegato a questo aspetto è molto interessante il passaggio in cui ha esposto con pacatezza la situazione del debito complessivo dell’area di pertinenza della BCE: vale a dire che il debito privato è in costante diminuzione mentre nel contempo le manovre di leveraggio bancario che tanti problemi hanno creato nello scostamento dei vecchi parametri di solidità della banche è progressivamente in calo .

Trend che se confermato spazzerà progressivamente molte nubi dai cieli finanziari europei.

Addirittura il Presidente della BCE si attende una leggera ripresa dell’inflazione spinta dell’aumento dei salari che peraltro ha correttamente specificato sono fenomeno locale in particolare della Germania. Paese che però come sappiamo pesa moto in tutti i sensi in ambito europeo. Al di là del normale rasserenamento che dichiarazioni di questo tipo potranno portare tra gli operatori è importante specificare che un accenno di questo tipo all’inflazione potrebbe immediatamente ridare vigore all’oro tipico bene rifugio nella fasi inflazionistiche.

Che questo alito di forza possa estendersi anche alle criptovalute non è ipotesi da scartare ma non è suffragato da serie storiche di comportamento come invece per il metallo giallo.

L’ultimo passaggio che ci siamo appuntati è relativo a una domanda sulle sue preoccupazioni riguardo al calo mostrato da molti indicatori economici nelle ultime settimane sempre ovviamente parliamo di Europa.

Ebbene Draghi ha minimizzato partendo proprio dal dato più delicato ovvero il calo della produzione industriale sostenendo che trattasi di un calo fisiologico  specie perché rapportato a un anno di effervescenza come stato l’anno scorso il primo di vera inversione del trend economico.

Sulla conferma o meno di questa normalità dei dati di produzione ma aggiungerei disoccupazione ordini e consumi e la loro capacità di tenuta e ripresa si giocherà la partita di una BCE , sia pure in ritardo rispetto alla FED, in grado di domare la crisi.

 

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