Tasse più alte su ricchezza e guadagni, ecco la soluzione che potrebbe prendere il Governo

Tasse più alte su ricchezza e guadagni

Tasse più alte su ricchezza e guadagni, ecco la soluzione che potrebbe prendere il Governo. Sale il bisogno di risorse economiche da parte dello Stato. Ogni giorno che passa il debito pubblico lievita pericolosamente e il Governo è alla ricerca di soluzioni per trovare soldi che tappino i buchi. Risorse necessarie nel breve ma anche nel medio e lungo termine, per i prossimi anni. Se una patrimoniale non è ancora esclusa, tuttavia si stanno facendo strada due soluzioni meno dolorose. Tasse più alte su ricchezza e guadagni, ecco la soluzione che potrebbe prendere il Governo. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La via del condono fiscale e dello scudo fiscale

E’ evidente a tutti che siamo in una situazione economica difficile e che lo sarà ancora di più nei prossimi mesi. E molti osservatori scommettono che in autunno si farà bollente. In questa situazione sarebbe complicato, per non dire impossibile, una patrimoniale o un prelievo forzoso, perché potrebbe creare delle forti tensioni sociali.   Tensioni sociali a cui questo Governo non reggerebbe.

E allora si fanno avanti due nuove soluzioni meno dolorose è più accettabili. Una è quella di fare un condono fiscale, magari accompagnato da uno scudo fiscale per fare rientrare i soldi dall’estero. Non sarebbe una novità, più o meno lo hanno attuato quasi tutti i Governi compresi gli ultimi due, con rottamazione (Renzi) e pace fiscale (Conte 1).

Tuttavia queste due soluzioni hanno alcune controindicazioni. Sono già state ampiamente sfruttate ed è difficile calcolare quante risorse porteranno. Ma soprattutto sono soluzioni una tantum, ovvero sono soldi che arrivano una volta sola.

Tasse più alte su ricchezza e guadagni, ecco la soluzione che potrebbe prendere il Governo

Allora si fa avanti un’altra ipotesi, sfruttare la liquidità pari a 1400 miliardi che giace su conti e depositi bancari italiani. Basti pensare che solo a marzo gli italiani hanno depositato quasi 17 miliardi sui propri conti.  Secondo Prometeia-Ipsos entro il 2022 ci saranno oltre 100 miliardi in più sui depositi. Come sfruttare questa enorme ricchezza? Ci sarebbero 2 soluzioni. Uno è già stata seguita dal Governo attuale: offrire titoli di Stato come il BTP Italia, studiati appositamente per i risparmiatori italiani. Dei titoli di Stato patriottici. Si caricherebbe il debito pubblico sul risparmio interno e sarebbe più semplice gestirlo.

La seconda strada è quella di tassare i guadagni da investimenti diversi dai titoli di Stato, come conti di deposito, azioni e obbligazioni aziendali. La tassazione sui rendimenti in strumenti diversi da titoli di Stato italiani è attualmente al 26%. In pratica ogni 100 euro guadagnati da investimenti che non siano nostre obbligazioni governative, 26 euro se li trattiene lo Stato. Questa percentuale potrebbe essere incrementata fino, secondo alcune ipotesi che girano, al 30%.

Lo Stato Robin Hood

Tassare i guadagni da investimenti in azioni non sarebbe vista come una manovra impopolare. Anche se sarebbero tassati anche i conti di deposito e i rendimento sui conti correnti.  Si otterrebbe un duplice obiettivo.  Si incentiverebbe l’investimento nei titoli di Stato patriottici e si disincentiverebbe la giacenza su conti di deposito e conti correnti. E si farebbe cassa sugli investimenti azionari e altri strumenti finanziari. Tassazione che sarebbe continuativa e non una tantum.

Il tutto con la logica dello Stato Robin Hood. Ovvero prendere un po’ ai ricchi, che guadagnano da rendite di capitale, per dare ai poveri, che il capitale non ce l’hanno.

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