Tasse di successione: quando l’ideologia è dura a morire

tassa di successione

Come sempre in Italia il problema dell’imposizione fiscale e tributaria non viene affrontato con le metodologie classiche di un Paese moderno e democratico, ma in modo puramente ideologico.

Il problema di inasprire o meno l’imposta successoria nel nostro Paese in questo momento è puramente inutile, inappropriato e del tutto fuori luogo.

Questo sistema “ideologico” di affrontare i problemi di bilancio viene purtroppo da lontano, anche se in questo momento viene camuffato e ripresentato come un “trasferimento” dalla popolazione “più ricca” verso la popolazione più giovane. E attualmente più povera, che è stata “derubata” a causa del Covid 19 degli anni migliori della vita.

Tasse di successione: quando l’ideologia è dura a morire

Da un punto di vista pratico, questo “trasferimento” non servirà, come sempre, a niente. Non si affrontano e risolvono così i problemi dei giovani, ma sarà una bandiera ideologica per fare un battaglia “di giustizia sociale”.

Il problema è il seguente: negli ultimi 30 anni abbiamo agevolato determinate categorie di persone, in particolare gli anziani e i pensionati, a discapito delle fasce più giovani.

Non è questo il modo per pareggiare i conti

Regalare per esigenze elettorali doni, prebende e privilegi, è una delle accuse più accese fatte all’Italia. Le pensioni baby sono uno dei casi più eclatanti e sotto gli occhi di tutti i governanti europei.

Casi analoghi al nostro, in Europa, è solo quello della Grecia, con le stesse problematiche di bilancio e di debito pubblico.

L’impossibilità dei governi di incassare 1000 miliardi, è l’ulteriore conferma che con l’ideologia non si pareggiano i buchi di bilancio.

Tutti lo sapevano e nessuno ha mai fatto nulla.

I governi, come sempre, hanno tirato “a campare” rinviando i provvedimenti di sviluppo e presentando di volta in volta solo dei provvedimenti tamponi che erano solo dei palliativi.

Il problema dell’immenso debito del nostro Paese non può avere nessuna altra spiegazione.

Tecnicamente aumentare la tassa di successione è inutile, i tecnici del settore lo sanno benissimo.

In poco tempo vi saranno migliaia di atti di vendita o di donazione più disparati e in questo modo l’aumento di questa tassa sarà vanificato.

In Italia le tasse di successione rappresentano una percentuale estremamente basse degli incassi statali. Quindi avremmo l’effetto opposto “la dote per i giovani” sarà fiscalizzata e andrà a loro maggior discapito per il futuro.

La miglior dote per i giovani è trovare il prima possibile un buon posto di lavoro sicuro e ben pagato per crearsi stabilità e una futura pensione. E successivamente dare loro la possibilità di diventare, a chi lo vorrà, anche imprenditori di se stessi. In questo modo creeranno ancora e ulteriori posti di lavoro.

Come fare questo?

Attuando una serie infinita di agevolazioni per chi assume in maniera certa e stabile.

Ricordiamo che anche impostando le tasse successorie al 99% dell’asse ereditario trasferibile, non verranno meno i mali d’Italia. Ad esempio i processi resteranno sempre troppo lunghi, inutili e costosi soprattutto per la popolazione meno abbiente.

Un battaglia pragmatica e anche ideologica sarebbe quella di fare in modo che i processi durino solo pochi mesi. Questa sarebbe la battaglia per dare lo slancio al Paese.

Queste lungaggini costano una media di almeno 2% di PIL.

Ricordiamo che in Cina Deng Xiaoping ha sostenuto che “con l’ideologia non si mangia”.

Il suo predecessore con l’ideologia ha creato “la rivoluzione della fame” che è costata a quel Paese milioni di morti per fame. Si parla da un minimo di 20/30 milioni ad un massimo di 50/60.

Per concludere sull’argomento “Tasse di successione: quando l’ideologia è dura a morire”, almeno per una volta sarebbe opportuno lasciare a casa l’ideologia e a pensare a come far muovere verso l’alto il PIL nazionale.

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