Tassa sui prelievi Bancomat e sanatoria sul contante in nero: ecco le proposte Colao

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Tassa sui prelievi Bancomat e sanatoria sul contante in nero: ecco le proposte Colao. Da un paio di giorni sui tavoli della presidenza del Consiglio è presente il rapporto redatto da Vittorio Colao e la sua task-force. Al super-esperto, chiamato dal Governo in piena pandemia economica, era stato chiesto di indicare la rotta. Ovvero qualche possibile sentiero da praticare per poter uscire dalla crisi. Tra le proposte avanzate, alcune erano più o meno note, tipo la proposta di Renzi di tassare il contante acquisito in nero. Altre sono nuove nel senso di “non se ne parlava fino a qualche giorno fa”. Ma che vanno sempre nella direzione della tassazione. Scopriamo di più in merito alla tassa sui prelievi Bancomat e sanatoria sul contante in nero: ecco le proposte Colao.

Il rapporto-Colao in sintesi

Il documento presentato s’intitola “Iniziative per il rilancio – Italia 2020-2022”, consta di 121 pagine e spazia su diversi fronti. A essere precisi, su 6 macro-obiettivi ognuno dei quali prevede 6 sottocapitoli e che contengono propose che vanno dal 5-G alla lotta al contante. E dal rinnovo (in deroga temporanea) del lavoro a tempo, alla tassa sui prelievi Bancomat. E poi ancora: rivoluzione verde; parità di genere; digitalizzazione diffusa; infrastrutture. E propongono il “pacchetto” turismo-arte-cultura quale marchio distintivo e riconoscitivo del Paese.

Guardando invece all’universo delle imprese, la task-force propone alcune precise misure. Rinvio del saldo imposte relative all’esercizio scorso (2019) e del 1° acconto di quello in corso. La non-responsabilità dell’imprenditore per l’eventuale contagio sul luogo di lavoro. La regolarizzazione (e relativa emersione) del lavoro nero.

La tassa sui prelievi Bancomat

Ma sicuramente l’”asso nelle manica” è la tassa sui prelievi di denaro contante con il Bancomat o la carta di credito. L’idea sarebbe quella di applicare un anticipo fiscale, una sorta di trattenuta ad ogni transazione rientrante in una delle due. E questo nel mentre a partire dal 1° luglio 2020 scenderà a duemila € il tetto massimo per i pagamenti in contanti. Quindi da luglio sarà verosimile un incremento dell’uso delle carte elettroniche. Che aumenterà ancor di più da gennaio 2021 quando il tetto massimo all’uso del contante scenderà a 1.000€ .

Tutto questo per rilanciare l’economia o semplicemente per fare cassa? Se il motivo fosse il secondo, l’idea sarebbe stata più plausibile se partorita da un ministero del Tesoro o comunque da un Ente tributario. Ossia da un organo deputato a tenere in ordine i conti statali. Ma se il fine fosse quello del rilancio dell’economia (“Iniziative per il rilancio”, titola infatti il rapporto), si fatica a vedere il nesso tassazione-rilancio. A ogni modo il dilemma è sciolto dallo stesso rapporto che dice come fino al 60% del gettito raccolto andrebbe a finanziare il rilancio dell’economia. Ipse dixit.

Tassa sui prelievi Bancomat e sanatoria sul contante in nero: ecco le proposte Colao

Un’altra misura si allinea invece alla proposta dell’ex Premier Matteo Renzi, qui esposta qualche giorno fa. In sintesi si tratterebbe di una sorta di “sanatoria” del contante (tenuto a casa o nelle cassette di sicurezza) frutto di lavori in nero. Ossia redditi precedenti non dichiarati, ai quali non si capisce se verrebbe o meno offerto uno “scudo penale” per la loro riemersione. Ad essa il cittadino approderebbe per iniziativa spontanea (in gergo: “Voluntary Discosure”), pagando un’imposta sostitutiva dell’ordine del 10-15% del dichiarato. E impegnandosi a investire per cinque anni una parte (tra il 40-60%) del denaro fatto emergere in strumenti di supporto del Paese.

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