Svizzera: focus sulla nuova frontiera dello sviluppo sostenibile

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Da sempre orientata al proprio ruolo di isola solidamente al centro del continente europeo la Svizzera si conferma in grado di funzionare e crescere nonostante l’adeguamento ai modelli di trasparenza bancaria internazionali le abbiano tolto buona parte del business finanziario sui quali per decenni si è basata la sua crescita.

Approfondimento sul’Indice azionario SMI

La recente relazione di esperti economici elvetici ha rilevato come La Svizzera brilli tra le economie avanzate e di conseguenza rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica per il 2018, portandole al 2,9% a fronte del più 2,4 % indicato nelle stime precedenti.
Lo stesso governo svizzero ha recepito queste indicazioni alcune settimane fa con una nota. “La buona situazione economica internazionale fa fiorire il commercio estero e gli investimenti delle imprese. Per il 2019 – si legge – è attesa sempre una solida crescita del Pil del 2%”.
Si concludeva con l’affermazione che i rischi vengono più da fattori esterni alla confederazione che non da fattori interni.

Oggi quasi a conferma di quella previsione, proprio nella fase in cui i timori di inflazione tornano ad affacciarsi in Europa, la Svizzera risponde con dati molto incoraggianti sul fronte della dinamica dei prezzi alla produzione:

IPP (Mensile) (Set) -0,2% 0,1% 0,0%
IPP (Annuale) (Set) 2,6% 3,0% 3,4%


Questi numeri sono ancora più significativi se pensiamo che la Svizzera, che pure si sta riconvertendosi molto favorendo uno sviluppo di tipo industriale che cerca di agevolare con attrattive norme fiscali a favore deli imprenditori stranieri, è molto povera di materie prime e di conseguenza gli indici rilevati oggi sarebbero i primi a soffrire tendenze inflazionistiche indesiderate.

E’ altrettanto ovvio che ora non bisogna esagerare perché il -0.2% mensile assume una valenza deflazionistica che ancora non segnala recessione, ma sicuramente è sintomo di un probabile rallentamento in arrivo.

A rinnovare però l’ottimismo sul prossimo futuro economico della Svizzera contribuiscono i dati sull’occupazione.

Gli elvetici viaggiano verso la piena occupazione con una disoccupazione inferiore al 3% e con addirittura più offerte di lavoro rispetto al numero dei disoccupati che probabilmente rimangono tali per una questione di curriculum e attitudini che non per totale mancanza di offerte di lavoro.

La situazione contingente è stata anche favorita da un franco che, contestualmente al venire meno del ruolo rifugio bancario storicamente assunto dalla Svizzera, ha smesso i panni di bene rifugio e grazie a una morbida svalutazione consente alle imprese locali di essere competitive con le proprie esportazioni.

L’attenzione quindi andrà certo posta ai fattori esterni richiamati dagli esperti ma un ‘occhiata alla eventuale ripresa di forza del franco svizzero, già da qualche mese in recupero graduale, sarà sempre riferimento prezioso per stabilire potenzialità e sviluppi dell’economia rosso crociata.

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