Summit sul clima tra i big prima della conferenza ONU Cop 26 (che rischia il fallimento)

Joe Biden

Chiudere la stalla prima che i buoi scappino. Questo è l’intento del Presidente americano Joe Biden, in vista della Cop 26, la conferenza ONU che si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre prossimo. Dove si aspetta che quasi 200 nazioni annuncino tagli delle proprie emissioni, per evitare il surriscaldamento del pianeta. Ecco, dunque, la necessità di convocare d’urgenza oggi alla Casa Bianca il summit virtuale sull’energia con sette leader delle maggiori economie. Al MEF, “Major Economies Forum on Energy and Climate” ha partecipato anche il premier italiano Mario Draghi. Ecco di cosa si tratta con la redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

L’allarme dell’ONU

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha lanciato un allarme per l’alto rischio fallimento della Cop 26. “Il mondo è su un percorso catastrofico, verso 2,7 gradi di riscaldamento globale. C’è un alto rischio di fallimento della Cop 26. “I Paesi sviluppati devono mantenere l’impegno di mobilitare cento miliardi di dollari l’anno per sostenere le azioni necessarie nelle nazioni in via di sviluppo”, ha aggiunto. Il gap ammonta almeno 20 miliardi di dollari.

Ridurre l’uso del metano è una ‘dichiarazione di guerra’ alla Russia

Summit sul clima tra i big prima della conferenza Onu Cop 26 (che rischia il fallimento). USA, UE ed altri Paesi si impegneranno a ridurre il loro uso del metano, un potente gas serra. La cosa ovviamente non piacerà alla Russia, che oggi di metanodotti super attivi ne ha tre: Blue Stream e TurkStream, che collegano la Russia con la Turchia e Nord Stream, che collega la Russia con la Germania attraverso il Mar Baltico, scavalcando l’Ucraina.

Summit sul clima tra i big prima della conferenza ONU Cop 26 (che rischia il fallimento)

“Dobbiamo agire e dobbiamo agire ora contro il cambiamento climatico” ha detto il presidente USA Joe Biden aprendo i lavori summit al quale hanno partecipato la Presidente UE Ursula von der Leyen e il premier britannico Boris Johnson. “Il clima rappresenta un codice rosso per l’umanità”.

“Nelle ultime due settimane, ha ricordato, ho visto coi miei occhi i disastri creati dagli uragani, dalle inondazioni e dagli incendi. Tutti fenomeni che si sono verificati qui da noi in molte altre aree del mondo”.

Biden tenta il recupero nei sondaggi

È finito il summit sul clima tra i big prima della conferenza ONU Cop 26 (che rischia il fallimento). Ma gli osservatori commentano che Biden cerca più che altro di recuperare la fiducia degli americani. In effetti, risulta in calo nei sondaggi politici. Cosa potrà mai fare da qui a due mesi? Gli Stati Uniti vogliono tornare protagonisti nella risoluzione della crisi climatica, promette Biden. Poi aggiunge un colpo di reni: “Il tempo per agire è poco, ma attivandoci ora creeremo lavoro”. Speriamo che Draghi prenda esempio, perché in Italia in tema di lavoro cresce solo quello a tempo determinato e resta in sospeso la bolla dei licenziamenti.

Draghi: tutti devono fare la loro parte

La Presidente von der Leyen ha definito positiva la discussione e ha riferito che l’Unione europea ha stabilito una sua tabella di marcia per la riduzione del metano. Mario Draghi ha inviato un video messaggio molto asciutto. Nell’accordo Parigi ci eravamo impegnati a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Molti hanno rinnovato questo impegno nelle recenti riunioni del G20. Tuttavia, la realtà è che raggiungeremo quasi tre gradi di riscaldamento globale entro la fine del secolo, con “conseguenze catastrofiche”. Non possiamo semplicemente contare sugli altri: dobbiamo tutti fare la nostra parte.

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