Sul nostro conto corrente lo Stato può fare prelievi? La legge cosa dice?

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 Il dubbio che scuote milioni di risparmiatori italiani è di capire se sul nostro conto corrente lo Stato può fare prelievi sui loro risparmi? Cioè potrebbe il Governo attingere  dal nostro conto corrente o sui depositi postali e/o bancari che disponiamo? Ormai da quando è scoppiata l’emergenza Covid-19 tutti ne parlano, nessuno ne fa più mistero. E il timore lentamente cresce di pari passo con la crisi economica e l’esigenza disperata di danaro nelle casse statali. Vediamo allora di capirne di più sulla faccenda.

Il prelievo forzoso: cos’è?

Il dilemma in questione, detto senza giri di parole e con un linguaggio tecnico, attiene al prelievo forzoso. Io Governo ho la necessità di fare cassa per mandare avanti il Paese ed evitare il tracollo. Ed ho che le mie entrate sono talmente irrisorie alle esigenze del momento. Una situazione di seria, eccezionale, straordinaria e motivata crisi. Che lo legittimi, pur non avendo i nostri codici Pin, a un prelievo forzoso. Una misura simile a quella che l’11 luglio 1992 fu costretto l’allora Governo Amato che per decreto deliberò (retroattivamente) il prelievo forzoso del 6X1.000 (cioè €6 ogni mille depositati) sui c/c bancari.

Come il Governo potrebbe attuare una simile misura?

A questo punto, è inevitabile, che il dubbio del cittadino-risparmiatore passa nel cercare di capire attraverso quali forme potrebbe giungere un simile decreto. Perché? Perché in tal caso il cittadino “proverebbe” ad anticipare le mosse dell’altro, ovvio. In estrema sintesi, il Governo necessita solo dell’autorizzazione del Parlamento, e nel concreto può seguire due diverse vie. Prima: se opta per il decreto legislativo, è prima il Parlamento che lo autorizza a legiferare (chi concede la c.d. “legge delega”). Seconda: se invece percorre il sentiero del decreto legge il Governo ne adotta subito la misura normativa sotto il peso dell’urgenza e del grave motivo. Salvo poi presentarsi entro i 60 giorni successivi in Parlamento per la c.d. legge di approvazione.

Ovviamente tra i due sentieri sarebbe il secondo quello ad essere concretamente intrapreso, perché ha immediata efficacia. Ad esempio una sera lo attuerebbe e il mattino dopo sarebbe già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ovvero sarebbe immediatamente esecutivo. È “legittimo”? Assolutamente sì, nel senso che rispetta in pieno i dettati della Costituzione in materia di disciplina della forza delle leggi e degli atti aventi forza di legge.

Il rischio è serio e concreto?

A giudicare dai toni e dalle indiscrezioni c’è un rincorrersi di smentite tra le forze della maggioranza. Quindi, sul nostro conto corrente lo Stato può fare prelievi? Per adesso sembrerebbe che non ci sia allo studio un fascicolo con una proposta del genere. Tuttavia mai come su questo argomento e di questi periodi il condizionale è a dir poco d’obbligo. O, meglio, secondo molti autorevoli esperti è verosimile che a stretto giro la misura non abbia tante chance di attuazione, anche per non “infierire” su un popolo già provato di suo dal Covid-19 e dalla pesante crisi economica in atto. Sta di fatto tuttavia che i debiti prima o poi vanno onorati. In queste settimane di emergenze una grossissima mano ce la stando la BCE, che “sembra” stia passando dal mandato del riparo dell’inflazione a quello della tenuta dei debiti nazionali. L’Italia al riguardo è grata assai .

Ma per quanto altro tempo potrà andare avanti così? Arduo (o impossibile?) rispondere. Contro prelievi, patrimoniali e tutto il resto, solo, unicamente ed esclusivamente ci potrebbe salvare un ciclo economico col Pil in crescita costante, ad esempio, di un 3% annuo per i prossimi 10 anni. Ovvero scatenare quel tanto annunciato e mai realizzato circolo virtuoso del Pil che costituisca e dia vita a un florido montante fatto di ricchezza vera creata. Se ne avvantaggerebbe pure l’Erario da cui potrebbe attingere, mediante tasse e imposte, per le sue finanze ed erodere, positivamente, la montagna del debito pubblico.

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