Su cosa puntare e investire a Piazza Affari?

Su cosa puntare e investire a Piazza Affari?

Si apre una nuova settimana, ma  su cosa puntare e investire a Piazza Affari?

Calo produzione industriale: i settori coinvolti

In questo momento Piazza Affari gira in positivo. Intorno alle 10, infatti, il Ftse Mib sfiorava i 20.400 punti con un rialzo dello 0,2%. Ma si tratta di un ottimismo cauto anche alla luce di un’attesa su alcuni importanti dati macro in via di pubblicazione.

Il panorama politico italiano ha subito una scossa non indifferente dopo le elezioni europee. Elezioni che hanno confermato un sorpasso della Lega di Matteo Salvini nei confronti del M5S. Una situazione che si va a sommare alla nuova querelle con l’Europa pronta ad avviare per la prima volta, una procedura di infrazione per eccesso di debito.

Intanto i dati macro in arrivo non aiutano.

Produzione industriale in calo. Su cosa puntare e investire a Piazza Affari?

Il primo della serie è proprio quello riguardante la produzione industriale di aprile. Numeri alla mano, l’indice destagionalizzato mostra un calo dello 0,7% rispetto a marzo che diventa -1,5% sul dato tendenziale. Si tratta, come confermano dall’Istat di un dato congiunturale negativo per il secondo mese consecutivo. Ma, continuano sempre dall’istituto “nonostante la flessione di aprile, la variazione congiunturale su base trimestrale si mantiene positiva”.

Su cosa puntare e investire a Piazza Affari? Il settore più in crisi

Il settore più in crisi? Quello auto con un -17%. Ma non il solo. I numeri confermano anche un marzo rivisto al ribasso a -1% su m/m e a -1,6% anno su anno.

Gli unici a vedere un aumento congiunturale solo per l’energia a +3,6% mentre sono in calo i beni strumentali con un -2,5% e quelli di consumo, seppur in misura minore con un -0,5%. Andando a guardare i dati nel dettaglio, hanno visto un trend positivo i settori, come detto, dell’energia elettrica, gas, vapore ed aria che arrivano a +5,8%. Buone notizie anche per il food&beverage con il tabacco a +4,9%. A soffrire maggiormente sono stati i tessili e gli accessori che hanno raggiunto il -8,2% e i prodotti petroliferi raffinati  a-7,4%.

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