Studio sul settore bancario e sul Fair Value di Unicredit

Portofino

Il settore bancario ha conosciuto, sui mercati internazionali degli ultimi anni, alterne vicende, collegate peraltro all’origine della crisi iniziata nel 2007.

Non dimentichiamo che tale crisi ha tratto origine proprio dall’ambito bancario e finanznario, con particolare riferimento alla cartolarizzazione dei crediti immobiliarinegli USA.

Probabilmente, la crisi che ha seguito, e che poi ha riguardato anche l’ambito industriale, ci sarebbe comunque stata, come la ciclicità storica ricorda, ma la finanziarizzazione della medesima è un aspetto da non sottovalutare, come ricorda la problematica dei derivati.

Questo aspetto è di fondametale rilievo, per comprendere il perchè, in particolare, di una accentuata volatitilità dei titoli del settore finanziario in genere, e bancario in particolare.
Il problema è conseguito alla circolazione di varie tipolgie di derivati, collegati in primis, a vario titolo, alla problematica dei crediti immobiliari, e questo determina una particolare tematica all’interno dell’analisi fondamentale.

Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che la stima del cosiddetto fair value, o valore effettivo di un titolo, dipende dai numeri che troviamo nei bilanci, ma un dubbio che ha ultimamente serpeggiato tra i mercati è proprio questo: ma siamo sicuri di quei numeri?

Di qui, non a caso, il dubbio che, ad esempio, i bilanci di molte realtà legate al settore del credito, come anche dell’investment banking, nascondano, in qualche misura, la presenza di strumenti derivati, le cui conseguenze sarebbero rilevanti nel modificare le stime degli aggregati finanziari di bilancio, cone le componenti reddituali e, conseguentemente, anche quelle patrimoniali.

Cosa dire, a questo punto?

Naturalmente, l’analisi finanziaria non può che considerare i dati di
bilancio che, ufficilamente, vengono forniti dalle società stesse, nonchè le
stime che i più attenti analistii di settore comunicano.

Come sempre, la nostra analisi si distingue per individuare più obiettivi di
prezzo, anzi di fair valune,sulla base di una maggior o minor valorizzazione, da parte del mercato, di talune componenti.
Per quanto riguarda Unicredit, da rilevare, dal punto di vista metodologicio, come la componente rappresentata dal cosidddetto cash flow, componente fondamentale per imprese del settore industriale, sia invecedi peso pressochè nullo o scarso, per titoli del settore finanziario e bancario.

Per questo motivo, si considerano, invece, la componente reddituale e patrimoniale, con un particolar riferimento a come i multipli di mercato hanno valutato tali componenti sul mercato azionario.
Esistono peraltro, anche in considerazione di una certa varaibilità di stime
tra vari analisti, appunto diverse previsioni sulle componenti di dilancio del titolo.
Sintetizzando, possiamo considerare i seguenti fair value, che muovono da una valutazione minimale, per passare, come di conseuteto, ad una più equilibrata,ed infine ad una che tende ad essere particolarmente considerata nelle fasi di rialzo più euforico.
Rispetto a tali stime, come sempre, andrà poi considerata la classica forbice +/- 30%.

FAIR VALUE
1,67
3,34
5,11

Per imparare a valutare le Aziende

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