Sterlina e Bitcoin sotto i riflettori

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Sterlina e Bitcoin continuano a rimanere “attenzionati” dal mercato.

In questo strano gennaio che fino a qua, stando ai detti contadini promette un anno molto asciutto, anche sui mercati finanziari tutto appare stranamente immoto.

Decisioni apparentemente decisive che vengono poi annullate da dichiarazioni di senso opposto, votazioni che non trovano conferma nelle 24 ore successive.
Fino a rischi di sell-off che poi si sciolgono in nuvolette di vapore da staticità.

Accelerazioni dei prezzi che paiono destinate a rompere al rialzo gli indugi che poi vengono smentite da coriacei sbuffi dei venditori…

Sterlina salvata in corner insieme a Theresa May

Ieri sera il Parlamento britannico ha confermato la fiducia al governo guidato da Theresa May con  325 voti a favore e 306 contrari.
Considerato che per la sfiducia sarebbe servita la maggioranza dei due terzi dei seggi, quasi un successo.

Non a caso la sterlina si è data a un ulteriore allungo rialzista un po’ su tutti i cross principali.

Era anche previsto, dopo la pesante sconfitta di 24 ore prima, che  il governo guidato da Theresa May potesse superare la prova e incassare la fiducia del parlamento.
La mozione di sfiducia avanzata dal leader dell’Opposizione dei laburisti Jeremy Corbyn che aveva attaccato pesantemente il Governo è stato dunque bocciata.

Ieri, durante le dichiarazioni di voto sull’accordo stretto con la Ue sulla Brexit, Corbyn aveva definito il governo “zombie”.

E in effetti la maggioranza dei conservatori si era schierata nettamente a sfavore del testo.
Ora il rischio è uno sgradevole stallo che, questo sì potrebbe provocare gravi danni all’economia inglese.
Altro che BREXIT, il vero problema sono le incertezze e lo stand-by che questo incastro di posizioni rischia di produrre e protrarre nel tempo.

A quel punto anche la sterlina potrebbe iniziare a pagare dazio…

Rischio no-deal

 

Infatti se nulla cambierà da qui al fatidico 29 marzo, si realizzerà uno scenario di probabile caos e pertanto prodursi un effetto disastroso per l’economia e gli affari britannici: il cosiddetto ‘no-deal’.

La Premier May ora dovrà da subito attivarsi per dialogare con i leader degli altri partiti britannici e, se possibile,  trovare con loro un compromesso sul testo dell’accordo con l’UE.
Naturalmente anche con Bruxelles dovrà imbastire un dialogo di apertura a qualche concessione che aiuti a sbloccare la situazione interna.

Il tempo stringe…

La Russia accumula Bitcoin?

In questo contesto di valute sempre più soggette a sommovimenti politici su grande scala che ne producono forte volatilità, pare che anche le criptovalute e in particolare il Bitcoin possano ritagliarsi uno spazio.

La Russia di Putin ha da tempo liquidato le posizioni sui Bond americani come contro ritorsione alle sanzioni applicatele dagli USA e suoi alleati.

Così pure come vengono abbandonate le riserve valutarie in USD.

Secondo quanto riportato dal Telegraphla Russia ha allo studio un massiccio investimento nella crypto più capitalizzata e popolare al mondo il Bitcoin appunto.

La manovra avrebbe l’obbiettivo di aggirare le sanzioni Usa contro le sue aziende e attività.

L’investimento in Bitcoin programmato ha un target di 10 miliardi di dollari.

E’ chiaro che un simile ingresso rimanderebbe in auge il periodo d’oro dei prezzi del Bitcoin giunto circa un anno fa in vista di quota 20.000 dollari.

Sarebbe una clamorosa inversione di umore per il settore delle criptovalute che da diversi mesi sono in una specie di depressione da cui non riescono, al momento a risollevarsi.

Approfondimento

Sterlina e valute internazionali

 

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