Stabilizzare il prezzo del petrolio

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Alla fine anche l’Arabia Saudita è capitolata sotto le pressioni crescenti derivanti dalla fase di continua debolezza delle quotazioni del petrolio che avevano spinto diversi paesi produttori facenti parte dell’OPEC, Venezuela in testa, a esprimere le proprie preoccupazioni sulla prolungata fase di prezzi bassi. Nonostante la strategia dell’OPEC nei mesi scorsi sia stata quella di mantenere la fetta di mercato, le crescenti tensioni anche interne hanno portato alla formalizzazione dell’intenzione di rivedere i target di produzione per riportare i prezzi in un’area di stabilità.



La decisione segue una fase in cui le quotazioni del greggio erano crollate ulteriormente verso i 40 dollari al barile andando a testare quota 40.25 dollari per ben due volte gli scorsi 13 e 23 Novembre. Anche negli Stati Uniti, dove il mercato energia è finito sotto forte pressione e dove si è verificata una ristrutturazione a seguito di importanti opere di acquisizione e fusione, i livelli di produzione sono scesi per la prima volta da diversi mesi.
Che la decisione dell’OPEC rappresenti o meno una inversione di tendenza è ancora da vedere in vista della riunione di Vienna del prossimo 4 Dicembre che potrebbe rivedere i parametri di produzione. Sta di fatto che le prospettive di un ritorno dell’Iran sulla scena dopo anni di embargo stanno creando diversi squilibri soprattutto dopo l’entrata a gamba tesa della Russia di Vladimir Putin che per prima è tornata a tendere la mano al paese di Rohani iniziando a riallacciare le relazioni rimuovendo il ban sulla tecnologia militare.
Anche in Giappone il governo di Shinzo Abe ha deciso di combattere senza quartiere la deflazione varando un importante piano per l’aumento dei salari finalizzato a creare maggiore reddito disponibile con l’obiettivo preciso di spingere la domanda interna attualmente sotto pressione. Il piano prevede anche dei sussidi specifici per i pensionati oltre all’innalzamento dei salari dall’attuale livello di 780 yen all’ora. Il gabinetto del primo ministro dovrebbe completare i lavori e presentare la proposta entro la giornata odierna.

Market Movers
09:30 Eurozona Discorso Costa (BCE)
10:00 Germania Fiducia imprese IFO cons. 108.2 prec. 108.2
10:00 Germania Situazione corrente IFO cons. 112.4 prec. 112.6
10:00 Germania Attese imprese IFO cons. 104.0 prec. 103.8
13:00 Turchia Riunione politica monetaria BCRT cons. 7.50% prec. 7.50%
14:30 Stati Uniti PIL t/t prel. cons. 2.1% prec. 1.5%
16:00 Stati Uniti Fiducia consumatori CB cons. 99.5 prec. 97.6
16:00 Stati Uniti Richmond FED Manifatturiero cons. 0 prec. -1
22:35 Stati Uniti Scorte di petrolio API cons. prec. -0.482m

EURUSD
La giornata si apre in recupero per la moneta unica che, dopo aver testato i minimi da 8 mesi in area 1.0590, è ritornata in area 1.0640 in concomitanza con un’apertura dei mercati europei piuttosto deboli. L’attenzione è comunque concentrata sui dati sulla fiducia delle imprese tedesche e sui dati statunitensi nel pomeriggio che catalizzeranno tutta la volatilità della giornata. Attenzione quindi al livello di 1.0650 che, se superato su dati europei positivi, potrebbe costituire un nuovo livello di supporto. Anche le prospettive sui dati macroeconomici negli Stati Uniti potrebbero creare volatilità soprattutto in caso di scostamenti sensibili dalle attese.

GBPUSD
Anche per la sterlina, dopo un rapido test di area 1.51, torna una certa forza che riporta il cambio GBPUSD verso quota 1.5140 in corrispondenza dell’apertura dei mercati europei tutto sommato debole. L’assenza di dati macroeconomici rilevanti in uscita per la giornata di oggi e l’approssimarsi della festività di Thanksgiving negli Stati Uniti potrebbe rendere gli scambi più volatili nelle giornate di oggi e domani soprattutto a partire dal dato sul PIL USA in uscita nel pomeriggio.

USDJPY
Prosegue la fase di recupero dello yen giapponese dai massimi relativi della scorsa settimana in area 123.20 fino a 122.70 sull’andamento del mercato azionario nipponico che passa l’intera sessione asiatica in negativo spingendo lo yen al recupero. L’indice Nikkei della borsa di Tokyo chiude comunque in rialzo dello 0.23% virando in positivo nella parte conclusiva della giornata senza comunque impattare negativamente sulle quotazioni dello yen che si prepara ad affrontare la giornata di contrattazioni in Europa a quota 122.55 con possibilità di una prosecuzione del trend ribassista prima della pubblicazione dei dati sul PIL USA nel primo pomeriggio.

Emanuele Rigo

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