Spunta il nome di chi potrebbe succedere a Putin, i russi vorrebbero un nuovo Presidente

Putin

È la guerra del terzo Millennio che ormai stenta a finire nonostante le mediazioni, i negoziati, la resistenza. Uno sfilacciamento progressivo, un logoramento che pare infinito. Lo zar russo organizza le grosse adunate per dimostrare al Mondo ciò che gli manca: il consenso. E se ne accorgono tutti. Lui per primo lo sa molto bene. Le sue fobie e i suoi timori rispetto alla possibilità (non remota) di un golpe sono suffragate dalla conoscenza dei fatti. Al resto del Mondo non è concesso vedere molto di ciò che accade in Russia. Il Paese sarebbe fuori dalla rete web internazionale, i social sarebbero stati oscurati. I giornalisti se non ci lasciano le penne, sono feriti, rischiano l’arresto se non rispecchiano un concetto “soggettivo” di obiettività. In sostanza quanto basta per spegnere i riflettori su tutta l’ex Unione Sovietica. Ma lui dal Cremlino vede e sa.

Il successore

Un giornale britannico ritiene l’opposizione interna sia concentrata già su un successore per Vladimir Putin. Il nome sarebbe quello di Alexander Bortnikov, ex agente del KGB oggi Direttore del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa. Ingegnere, Alexander è nato nel 1951 e con l’attuale Presidente ha in comune il passato nel KGB. Il suo ruolo oggi è di sostanziale protezione del Cremlino e della Russia. Infatti monitora centinaia di persone dedite alla sicurezza nazionale e al contrasto di eventuali minacce terroristiche. Il nome di Bortinikov in realtà sarebbe filtrato dapprima dagli ambienti ucraini. Quindi la novella è da prendere con le pinze. Ad ogni modo sembrerebbe che l’ingegnere sarebbe considerato da una parte dell’élite russa l’uomo capace di creare un ponte con l’Occidente. Una relazione capace di evitare il precipitare della situazione economica della Russia.

Spunta il nome di chi potrebbe succedere a Putin, i russi vorrebbero un nuovo Presidente

Rimane un punto. Quello di liberarsi di Putin, che certamente non darà le dimissioni, né mostra alcun cenno di cedimento. Anzi, nonostante i colpi che sta subendo, anziché cedere si aizza ancora di più e non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Secondo diversi analisti di geopolitica, andrà avanti finché non avrà «raggiunto i suoi piani». Costi quel che costi. In fondo sul campo non c’è lui ma giovani militari che sono partiti per un’esercitazione e si sono trovati in guerra. E molti non faranno più rientro a casa. Altri, si dice, siano spietati, cruenti. Violentatori di donne combattenti e delle mogli dei cittadini ucraini. Ma si sa, nella guerra, c’è un miscuglio di sangue dove è difficile isolare i buoni dai cattivi. Il vero dal falso. Sia da una parte che dall’altra.

Voci e supposizioni

Si vocifera che per liberarsi di Putin, alcuni dall’interno starebbero valutando un incidente, l’irrompere di una malattia e l’avvelenamento. Ma Putin, per quanto ne sappiamo, da queste strategie sa difendersi molto bene. Pensare al dopo Putin è più una speranza che una realtà. Sebbene, sia chiaro, il “dopo” per noi non dovrebbe mai essere associato ad un omicidio ma ad una resa. Ed è quindi utopia.

Spunta il nome di chi potrebbe succedere a Putin. I russi vorrebbero un nuovo Presidente ma Vladimir lo sa ed aumenta il livello di protezione. La battaglia continua.

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