Spread in ripresa: come mai?

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Lo spread in ripresa sta agitando i sonni del nostro tesoro preoccupato di trovarsi a breve a pagare nuovamente interessi salati sulle emissioni di BTP.

La questione non è affatto banale se si pensa che questa recrudescenza negativa del nostro debito pubblico si sta verificando in pieno Quantitative Easing della BCE.

Non solo lo spread si sta rialzando pur in presenza di un Governo assolutamente bene accetto alle lobby della finanza.

Che succede dunque?

Spread in ripresa ma contenuta

Comunque è vero, lo spread è risalito dai minimi sotto quota 140, ma non in misura esponenziale.

Certo il livello attuale a 155 con picchi oltre 160 qualcosa sta a significare.

D’altronde la differenza di logica con cui vengono acquistati BTP e Bund di per sé spiega già molto.

Bund come bene rifugio, BTP come investimento da reddito

Nella top ten dei paesi col debito pubblico più alto rilevata da Bloomberg l’Italia precede di poco la Germania:

  • Stati Uniti: $15.919.318
  • Giappone: $9.587,762
  • Francia: $2.295.873
  • Italia: $2.257.484
  • Regno Unito: $2.100.896
  • Germania: $1.878.887
  • Spagna: $1.184.511
  • Canada: $751.311
  • Belgio: $431.765
  • Australia: $387.190

Eppure, nonostante questa vicinanza dei livelli di debito, il Bund viene visto come bene rifugio ed acquistato anche a rendimenti negativi.

Viceversa il BTP italiano diventa attrattivo solo se offre rendimenti interessanti.

Molto più contenuti rispetto al passato ma comunque attraenti.

Quindi cosa accade? Sull’onda di fasi a rendimento interessante parte un ciclo di acquisti sui BTP che ne riduce man mano i rendimenti e fa scendere lo spread.

Ma chi cerca buoni affari sui mercati resta vigile…

Per cui non appena il flusso di liquidità tende a scemare per la minore attrazione esercitata da rendimenti più contenuti, sui BTP cala il denaro e iniziano a fioccare i realizzi.

Viceversa sul Bund i comportamenti sono più costanti proprio perché chi mette Bund in portafoglio lo fa per ragioni di ricerca di sicurezza e non certo di rendimento.

Se vogliamo poi questa cosa è solo marketing germanico.

I tedeschi si sanno vendere meglio di noi italiani.

Infatti il dato sul debito pubblico riportato sopra  non comprende come invece per alle altre nazioni Italia compresa, il debito delle amministrazioni locali.

E’ facile desumere che a parità di sommatoria la Germania avrebbe un debito almeno pari al nostro se non superiore.

Un qualcosa di misterioso

In quest’ottica, capire perché si sia diffusa la convinzione che acquistare Bund voglia dire investire i risparmi senza rischi mentre i BTP sono catalogati sotto la voce del come investire i soldi per guadagnare, resta tema misterioso.

Quali patti sommersi, tra potentati e lobby finanziarie, poco, o meglio per nulla, noti al grande pubblico resta un mistero.

Come abbiamo dimostrato non è certo la diversa entità dei rispettivi debiti pubblici a giustificare questa disparità di trattamento.

Differenziale in ripresa nonostante l’economia tedesca sia in crisi

Non solo se c’è una fase in cui nemmeno l’andamento corrente delle economie reali di Germania ed Italia giustifica un tale differenziale di costo del debito ebbene stiamo parlando dell’attualità.

Un attualità nella quale da mesi i dati macroeconomici tedeschi sono peggio di quelli italiani e spesso sono i peggiori di tutte le grandi nazioni europee.

Certo la disoccupazione è ferma immobile al 5% ma si dice che vi siano interventi fuori bilancio da parte di Berlino per mantenere detto livello.

Insomma, pensare che lo spread in ripresa sia più frutto di marketing, manipolazioni e misteriose combinazioni che non di logiche economiche ragionevoli è tutt’altro che improvvido.

Approfondimento

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