Il Btp future è sceso dal picco di ottobre 2018 di 13 punti. In parallelo ovviamente è sceso anche lo spread passato dai 329 dell’autunno ai 265 attuali.
Siamo ancora lontanissimi dai 120 punti circa su cui lo spread si era attestato fino a maggio 2018.
Tensione abbassata ma non azzerata sullo spread
Questo livello attuale ci indica che la tensione si è certamente abbassata ma che il mercato si tiene ancora sul “chi va là…” ovvero che siamo ancora lontani da una situazione normalizzata.
In questi casi il rischio di nuove esplosioni di volatilità rimane alto e ne abbiamo avuto una prova due venerdì fa quando, anche se solo per una settimana, il Bbp future si è proiettato sotto quota 124.
La BCE ci prova… quando le pare
La BCE rimasta praticamente ferma nella fase più critica dell’andamento dello spread ha deciso di smuovere le acque.
Guarda caso proprio ora che anche l’economia tedesca annaspa.
Come dire per i tedeschi pronto intervento, per l’Italia baratro aperto…
Non c’è che dire un trattamento equo!
In ogni caso il fatto che il Btp e lo spread restino lontani dei livelli di quiete nonostante la dichiarata disponibilità della BCE ad un nuovo QE rappresenta un elemento di preoccupazione da non trascurare.
I casi sono due: o il mercato attende l’effettiva immissione di liquidità per calmierare prezzo del future e spread oppure non crede alle dichiarazioni di intenti in quanto tali.
In entrambi i casi dobbiamo però comprendere che questa reazione blanda del Btp ci dice che evidentemente il mercato privato è scarsamente attratto dai nostri titoli nonostante siano premianti come rendimenti.
Sul fronte degli spread stranezze ovunque
Come vediamo dalla tabella le anomalie sono diverse.
A cominciare dallo strano caso del Giappone che ha uno spread positivo, seppur di poco, rispetto al bund tedesco pur avendo un deficit/PIL del 200%!
(fonte www.truenumbers.it)
Fatto sta che, Grecia a parte, in Europa solo il Portogallo paga più di noi.
