S&P 500: per Lee ancora un + 7%

Come guadagnare quando la borsa scende

Wall Street ieri ha chiuso in verde con un S&P 500 a 0,96%, un Dow a 0,75% e un Nasdaq che arriva addirittura a 1,58%.

Luce verde su Wall Street

Una spinta che arriva anche grazie ai dati sul lavoro, in particolare su quelli relativi ai posti di lavoro nel settore non agricolo di aprile. In questo caso si parla di 263 mila posti di lavoro invece dei 180 mila previsti. Per quanto riguarda il settore privato i nuovi posti sono 236 mila. Partendo da questo quadro si può confermare una disoccupazione confermata al 3,6%. Una vittoria visto che il consensus si aspettava un aumento al 3,8%.

La view di Lee

L’ottimismo, dunque, continua a sorreggere Wall Street tanto da spingere Tom Lee, co-fondatore di Fundstrat Global Advisors, ad alzare l’obiettivo di prezzo dell’S&P 500 di fine anno di un ulteriore 7%. Tradotto in numeri si parla di una fine di dicembre a 3.125 ovvero un +7% rispetto ai 2.917 registrati giovedì scorso, (momento della dichiarazione) dopo una cavalcata che da inizio anno ha consegnato all’indice Usa un +17%. Il motivo del giudizio positivo di Lee è dettato da una recessione degli utili che, sebbene riscontrata, non è stata così drastico come inizialmente temuto. In altre parole il rallentamento c’è ma è inferiore al previsto.

Un mercato che non teme la Fed

Inoltre, ha aggiunto Lee, il mercato non si è fatto spaventare più di tanto dalle ultime dichiarazioni del governatore della Federal Reserve Jerome Powell. Nel corso dell’ultima conferenza stampa, infatti, il numero uno della Fed ha detto che non esistono pregiudizi, nell’immediato futuro, verso rialzi o ribassi dei tassi. Il che ha deluso un poco gli operatori: infatti alcuni di loro, azzardando l’ipotesi dei tagli, avevano caldeggiato l’idea di un ritorno degli stimoli finanziari. Ovvero i famosi Quantitative Easing che per dieci anni hanno fornito benzina al mercato toro più longevo della storia.

Le pressioni di fine anno

Tornando alle parole di Lee, l’investitore non ha esitato a dichiarare che “Il mercato è a proprio agio con questa recessione degli utili e la Fed ha dimostrato che il suo messaggio è molto più accondiscendente verso il mercato”.

Alla fine dell’anno il mercato era stato sottoposto a forti pressioni circa il possibile aumento di una tensione fra Usa e Cina nella ormai celeberrima guerra dei dazi. Guerra che potrebbe creare molte sorprese (positive) qualora si concretizzassero le sempre più numerose voci di un accordo ormai imminente. Sempre l’anno scorso, ma ad ottobre, si è registrata un’ulteriore pressione sui mercati per la rinnovata, e per alcuni versi anche imprevista, aggressività della politica di rialzo dei tassi della Fed. Ecco spiegato dunque le ragioni del peggior dicembre, per l’S&P 500 dalla Grande Depressione ad oggi.

Approfondimento

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