Sondaggi Confindustria e Confcommercio stimano elevati rischi fallimenti delle attività

Sondaggi Confindustria e Confcommercio stimano elevati rischi fallimenti delle attività

Dati devastanti, ma sondaggi Confindustria e Confcommercio stimano elevati rischi fallimenti delle attività. La crisi economica è strettamente legata al trend del coronavirus: se questo non demorde, gli esiti sulle attività produttive sono facilmente calcolabili. Confcommercio ha appaltato un sondaggio per tastare lo stato di salute dei suoi associati. Fino a un 44% degli intervistati non ha escluso la possibilità di non riaprire i battenti anche ad emergenza passata. I perché non sono neanche impossibili da capire: 1) quando effettivamente ritornerà la normalità? Quella del pre-febbraio 2020? 2) quanti danni avrà lasciato lo tsunami Covid-19.

Le zone più ricche sono anche le più devastate

I numeri non sarebbero poi neanche tanto improbabili. Stiamo parlando del sondaggi Confindustria e Confcommercio stimano elevati rischi fallimenti delle attività. Si pensi all’area clou dell’epidemia in Italia, ovvero la pianura Padana, con la ricchissima Lombardia in testa. Come a dire 3/4 regioni che da sole si mangiano più della metà del Pil nazionale. È stato colpito al cuore il pistone dell’economia nazionale.

Intere settori economici spazzati via

I sondaggi Confindustria e Confcommercio stimano elevati rischi fallimenti delle attività, forse “esagerato” ma forse no. Alcuni esempi: le agenzie turistiche, quanto fatturato faranno in questo 2020? E le palestre? O le compagnie teatrali, o multisala o i piccoli bed and breakfast? Per non parlare delle attività legate alla ristorazione o al turismo. A breve sarà giugno, quindi inizio dell’estate: quanti americani o russi o cinesi o tedeschi scenderanno in Emilia? O in Versilia o sulla Costa Amalfitana o in Sardegna o nelle aree delle Cinque Terre? Ad oggi c’è solo la speranza di ottimistico. Ma i bilanci non si quadrano con i “se”. Né a fine mese gli affitti dei locali, o le buste paghe dei dipendenti o i prestiti bancari si saldano con una pacca sulla spalla.

100 miliardi persi ogni mese

Dunque, sondaggi  eccessivamente foschi? Neanche i dati di Confindustria raccontano di un altro film. La trama è sempre la stessa. Per il suo presidente, Vincenzo Boccia, il rischio chiusura attività può crescere fino al 70% dell’intero tessuto produttivo italiano. E stima i danni da Pil in un mese pari a circa 100 miliardi di euro. Ossia il 70% dei 150 miliardi di Pil mensilmente prodotti nel 2019. Numeri che non fanno una grinza. Ma che fanno venire la pelle d’oca.

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