Sommersi sotto una valanga di carte

burocrazia

E’ un ritornello che recitiamo da sempre: maledetta burocrazia. Siamo sommersi sotto una valanga di carte da tempo immemore e nessuno fa nulla. Anzi ci rendono la vita difficile ancora di più. L’apice si è toccato con i provvedimenti adottati dal Governo Conte per contrastare l’emergenza sanitaria ed economica a seguito del coronavirus.

Quanta carta e burocrazia

In 90 giorni, l’attuale Governo è stato capace di approvare 600 testi normativi tra primari e provvedimenti attuativi. Dalla nascita della Repubblica Italiana non si vedeva una mole di carte e scartoffie di questa portata. Una montagna di documenti che contano 138 misure a sostegno delle imprese e delle famiglie così suddivise: 54 riferite a misure fiscali, 38 a sostegno finanziario, 22 per il mondo del lavoro. Il resto sono nessi e connessi che non stiamo qui ad elencare ma formano un puzzle normativo da far accapponare la pelle.

Tra il dire e il fare

Il Governo ha sfoderato a parole una potenza di fuoco di soldi a ritmo incessante. Tra il dire e il fare le aziende fanno i conti non con i soldi ma con le carte. Dei soldi sparati con un bazooka sono arrivati forse gli spiccioli. L’approccio emozionale della grande attesa si è trasformata in un batter di ciglia in una grande delusione. Alzi la mano chi è soddisfatto. Dopo l’annunciazione a rete unificate bisogna attendere i provvedimenti attuativi necessari per dare seguito alle disposizioni. Centinaia e centinaia di altra carta figlia della burocrazia.

Combattere la burocrazia

La burocrazia continua ad avere la meglio su cittadini ed imprese rendendo la vita ancora più difficile a quest’ultimi. Lo vediamo quotidianamente quando i provvedimenti devono essere corretti perché tra di loro in contrasto. La burocrazia ministeriale ha i meccanismi inceppati e va oleata necessariamente. I tempi cambiano ma non la burocrazia che aumenta ancora di più e si regge su normative dei tempi che furono. Ormai siamo fuori tempo massimo. Cittadini ed imprese attendono. Intanto si muore  sommersi sotto una valanga di carte e se ci va bene di altri debiti, perché gran parte delle misure si reggono sull’aumento del deficit.

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