Snam: i lavori per il gasdotto Tap possono partire. Le quotazioni si accoderanno?

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Nel medio periodo è in corso una proiezione rialzista che, qualora la chiusura di venerdì dovesse essere superiore a 4.1315€, vedrebbe la rottura di questa potente resistenza  e le quotazioni lanciarsi verso il I° obiettivo naturale in area 4.6877€.

Una chiusura settimanale su questi livelli vedrebbe anche il segnale short indebolirsi, esposizione ridotta al 50%, per cui aumenterebbero le probabilità di un segnale long nelle prossime settimane.

La chiusura di venerdì 13 Ottobre, quindi, potrebbe assumere una valenza fortissima per le sorti di medio periodo.

News: Fonte MilanoFinanza

I lavori per la realizzazione del gasdotto Tap, che porterà il gas azero in Puglia nel 2020, possono partire perché sono state date tutte le autorizzazioni. “Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Oggi bisogna solo fare i lavori. Le autorizzazioni sono state tutte date, poi ci sono delle prescrizioni che, di volta in volta, vengono monitorate dal mio ministero con la nuova legge che abbiamo fatto sulla valutazione di impatto ambientale”, ha spiegato quest’oggi il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, a margine dell’assemblea annuale dell’Anci.

Per i prossimi anni, man mano che l’opera andrà avanti, ha precisato Galletti, “ogni volta che la società che fa l’intervento si imbatterà in una nostra prescrizione noi dovremo monitorare che quella prescrizione venga rispettata. I lavori, certo, che possono partire”, ha ribadito. Così tra fine ottobre e inizio novembre, le ruspe del consorzio Tap dovrebbero entrare in azione per realizzare il pozzo di spinta e il microtunnel, propedeutici alla costruzione del gasdotto che partendo dalla Turchia, dove si collegherà al Trans Anatolian Pipeline, attraverserà Grecia, Albania, il mar Adriatico, per approdare sulle coste della Puglia (la spiaggia di San Foca a Melendugno, in provincia di Lecce).

Due giorni fa la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il conflitto di competenza sollevato dalla Regione Puglia contro lo Stato sul procedimento di autorizzazione del gasdotto, fortemente contestato anche dal Comune di Melendugno che ha chiesto un approdo diverso. Nei mesi scorsi a favore della costruzione del gasdotto si era espresso anche il Consiglio di Stato che, confermando la decisione del Tar, aveva respinto i ricorsi della Regione Puglia e del Comune di Melendugno ritenendo che, in sede di valutazione di impatto ambientale, fossero state esaminate tutte le problematiche naturalistiche, compresa la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri.

L’azionariato del consorzio che costruirà il gasdotto è composto dalla britannica BP, dall’azera Socar e dall’italiana Snam : hanno una quota del 20% ciascuna, dalla belga Fluxys con il 19%, dalla spagnola Enagas con il 16% e dall’elvetica Axpo con il 5%. L’investimento di Snam  per lo sviluppo di questo gasdotto in Italia è stimato in circa 100 milioni entro il 2018 e in 1,5-1,7 miliardi nel biennio 2019-2020.

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