Si può rifiutare una PEC? Chi deve averla?

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La posta elettronica certificata è una modalità di invio di documenti analoga alla lettera raccomandata. Come quest’ultima, infatti, la PEC garantisce una conferma di ricezione. Dando quindi pieno valore di prova di consegna e specificando chiaramente anche data ed ora della sua ricezione. Chi riceve una PEC deve quindi prendere sul serio il contenuto poiché il mittente potrà dimostrare di averlo notificato. Vediamo quindi: si può rifiutare una PEC?

Fare il furbo non serve

Come una lettera raccomandata, anche una PEC fornisce precise garanzie al mittente. Il destinatario non potrà infatti rifiutarne la consegna. Nemmeno adducendo scuse tecniche, come l’erronea archiviazione nello spam o lo spazio di archiviazione esaurito. O ancora, riferendo di aver dimenticato le credenziali di accesso. Multe, ingiunzioni e atti giudiziari saranno comunque validi e produrranno i loro effetti dalla data del loro invio.

Chi deve avere una PEC

La Legge 221/2012 ha reso obbligatoria la PEC per una serie di categorie a partire dal primo ottobre 2020. Da questa data, quindi, imprese e professionisti devono dotarsi di un indirizzo PEC e comunicarlo al registro imprese. In questo modo, chiunque potrà conoscere l’indirizzo certificato di un’impresa ed utilizzarlo per le comunicazioni. Anche i privati cittadini possono richiedere un indirizzo di posta certificata ma non sono obbligati dalla normativa a farlo. Per loro rimarrà valida la normale posta raccomandata. Quest’ultima però, potrebbe non garantire un servizio sempre puntuale e preciso. Per capire come comportarsi in questi casi, consigliamo la lettura di un nostro approfondimento in materia.

Si può rifiutare una PEC?

Per capire effettivamente quando si può rifiutare una PEC bisogna analizzare proprio il caso di un privato. Ossia di un cittadino che abbia richiesto questo servizio pur non avendo l’obbligo di farlo. Anche in questo caso, l’invio di una PEC costituirà prova dell’avvenuta notifica. Con tutte le conseguenze previste dalla legge. Il cittadino non potrà quindi rifiutare una singola comunicazione ma potrà annullare il proprio indirizzo certificato. Ricordiamo che per effettuare questa operazione, non basterà smettere di pagare l’eventuale canone al fornitore del servizio. Il titolare dovrà inviare una PEC al proprio provider, chiedendo la chiusura del proprio indirizzo. Solo quando riceveremo la conferma di chiusura, l’indirizzo non sarà più valido e cesserà il valore legale delle comunicazioni ad esso inviate.

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