Si può prevenire l’esaurimento con la pianificazione?

esaurimento e pianificazione

Si può prevenire l’esaurimento con la pianificazione? Almeno in parte, sì!

In molti lamentano di sentirsi esausti quotidianamente o quasi, una sensazione che appesantisce le giornate anche quando non si verificano eventi particolarmente faticosi.

Non stiamo parlando di una stanchezza dovuta a malattia, carenze nutrizionali, insonnia o gravidanza.

Siamo solo stanchi, stanchi anche adesso e pure stanchi di essere stanchi. Un noto spot pubblicitario parlava di “logorio della vita moderna” e tante persone sono familiari con il concetto. Stress e preoccupazioni acuiscono questo vissuto, insieme a un problema diffuso chiamato “disorganizzazione”.

Rallentare e concentrarsi su un compito alla volta.

Perché anche solo pensare a mille cose insieme affatica mentalmente e fa lavorare peggio.

Agire freneticamente non è il miglior modo per essere efficienti. Di conseguenza saremo ancora più stanchi e, come se non bastasse, frustrati se non raggiungiamo l’obiettivo.

Per evitare tutto questo possiamo provare a pianificare. Pianificare le attività in anticipo, a mente lucida, in modo da non prefissare obiettivi impossibili, e distribuire ragionevolmente quel che è programmabile. Programmiamo i compiti per il giorno, per la settimana, per il mese… ogni obiettivo avrà una sua scadenza. Ma in particolare concentriamoci sull’organizzazione quotidiana per non vivere giornate da incubo.

Siamo realistici quando programmiamo. A volte pensiamo che “domani” sia quel giorno mitico e perfetto, in cui saremo pieni di energia e tutto andrà come previsto. Non come oggi, che siamo stanchi e tutto è andato storto. Mai avuta questa sensazione? È un classico esempio di come tendiamo ad ingannarci da soli.

Faremo di più senza distruggerci fisicamente ed emotivamente, pianificando con oggettività e cura.

Si può prevenire l’esaurimento con la pianificazione? Conta anche l’ordine nella distribuzione delle attività.

Una buona idea è alternare compiti più pesanti fisicamente a quelli più impegnativi dal punto di vista mentale. Non è sempre possibile in ambito lavorativo, ma quasi tutti abbiamo attività quotidiane più pratiche e altre più concettuali. In quest’alternanza daremo a noi stessi la possibilità di ricaricarci parzialmente. La proprietà commutativa non funziona in questo campo. L’ordine fa la differenza e alcune attività non possiamo proprio farle alla fine di una giornata già stancante.

Non trascuriamo le pause, brevi ma utili allo scopo di rinfrescare la mente, riposare gli occhi, sgranchire oppure rilassare il corpo. A volte anziché buttarci subito a dormire perché ci sentiamo sfiniti dopo aver lavorato in ufficio, potremmo dedicarci all’attività fisica o ad un lavoro pratico. Perché la mente è stanca, ma il corpo ha ancora energia. E viceversa.

Dopo aver scaricato il più possibile equamente entrambe le batterie, e soddisfatti di aver portato a termine quanto previsto, dormiremo sonni tranquilli.

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