Si chiama Erba della Madonna la pianta che secondo alcuni studi curerebbe ferite, cisti e ustioni

ferite

Esistono diverse piante dalle proprietà curative ma questa è davvero particolare. Si tratta di una piccola piantina grassa, con simpatiche foglioline succulenti di colore verde, dalle interessanti proprietà curative. Non solo, ma produce anche dei fiorellini rosa che durano da marzo a ottobre. Si chiama Erba della Madonna la pianta che secondo alcuni studi curerebbe ferite, cisti e ustioni, ma non solo. Chiamata anche erba di San Giovanni, in quanto la tradizione vuole che vada raccolta proprio il giorno dei festeggiamenti del Santo. Ma, vediamo come è nato l’interesse per questo rimedio naturale.

La sua storia

La ricerca scientifica, dopo una certa ritrosia, ha finito per interessarsi  alle proprietà curative della pianta. Il tutto, in seguito alle insistenze e alle dimostrazioni del dott. Sergio Balatri, verso la fine degli anni ‘70. Quest’ultimo, medico e aiuto chirurgo dell’ospedale fiorentino San Giovanni di Dio, dedicò la sua vita alle emergenze del Pronto Soccorso. Sulla base di ricordi dell’infanzia, iniziò ad utilizzare la pianta per importanti interventi su ferite, ustioni e cisti. In particolare, la utilizzò con successo per curare un caso di osteite, processo infiammatorio a carico del tessuto osseo. Inoltre, ne reiterò l’uso per il trattamento di ferite molto importanti, quali: ascessi, fistole, eritemi e ustioni. I successi del Balatri, portarono la pianta all’attenzione della comunità scientifica.

Si chiama Erba della Madonna la pianta che secondo alcuni studi curerebbe ferite, cisti e ustioni

Come viene riportato da alcune riviste, grazie ad alcune sperimentazioni condotte, si è scoperta la presenza dei flavonoidi e polisaccaridi contenuti nelle foglie. Ad essi si dovrebbe la principale attività farmacologica cicatrizzante svolta dalla pianta. In particolare, le sue  potenzialità risiederebbero in una sinergia di proprietà. In particolare l’attenzione degli studiosi si è concentrata sulle proprietà batteriostatiche, antinfiammatoria, antiossidanti e riepitelizzanti. Partendo da questo presupposto si è visto che l’applicazione delle foglie sulla ferita, potrebbe essere di aiuto nell’evitare infezioni. Inoltre avrebbe funzioni antinfiammatorie. E ancora, “stimolerebbe” la produzione di collagene, per la ricostruzione dei tessuti. Le foglie migliori sono quelle raccolte tra luglio ed agosto, quando la pianta fiorisce. Inoltre, come riportano alcune riviste, il modo migliore per conservare le piante e per far sì che producano il massimo effetto curativo, è il seguente. Anzitutto, occorre lavare, asciugare e collocare le foglie in un contenitore ermetico e congelarle. Una volta scongelate, risulterebbero molto più efficaci e potenti sulle ferite. Il processo di scongelamento, infatti, ne potenzierebbe le proprietà curative. Nel caso si utilizzasse la foglia fresca, invece, il processo cicatriziale sembrerebbe avvenire ugualmente ma con più lentezza. Quindi, sarebbero necessari tempi più lunghi.

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