Sfruttare il coronavirus per sferrare l’attacco ai nostri dati personali

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I cybercriminali ne sanno una più del diavolo e quando il contesto storico è ballerino riescono a mettere a segno colpi sensazionali. Ebbene, questi malintenzionati hanno saputo sfruttare il coronavirus per sferrare l’attacco ai nostri dati personali. La metà degli attacchi a tema coronavirus sono stati fatto tramite phishing, social engineering e malware.

La rete informatica sotto assedio

Purtroppo, la pandemia ha contagiato anche la rete informatica. Infatti 119 attacchi gravi sono stati messi a segno tra febbraio e giugno 2020. Parliamo del 14% dei cyber attacchi alla luce del sole, cioè di quelli di dominio pubblico e quindi sottodimensionati rispetto alla realtà.

I cyber criminali hanno avuto tempi e modi per mettere a segno le proprie azioni malavitose. I criminali hanno agito attaccando ospedali, truffando cittadini, bucando i sistemi di aziende e pubbliche amministrazioni. I ricercatori dell’Associazione italiana per la sicurezza informatica hanno contato 850 attacchi nell’anno, un aumento del 7% rispetto al 2019.

Purtroppo, bisogna registrare un semestre nero per la cybersicurezza. Inoltre Exprivia ha redatto un suo ultimo Osservatorio Cybersecurity e la tendenza è confermata. Nell’ultimo trimestre in Italia ci sono stati 148 attacchi informatici.

La pandemia come un cavallo di Troia

I criminali del web hanno un grande appetito per i nostri dati personali. La pandemia ha giocato un ruolo fondamentale rappresentando un po’ il cavallo di Troia. Ma vediamo nello specifico cosa è successo in questo periodo di pandemia. Il cybercrime si è mosso su varie direttive: spionaggio, estorsione di denaro e rubare informazioni per ottenere vantaggi.

I malintenzionati del web sfruttano la confusione

I cyber criminali hanno potuto far leva sul contesto di incertezza. A gettare benzina sul fuoco anche le fake-news, create ad arte per generare maggiore confusione a livello globale. In questo guazzabuglio, i criminali del web hanno potuto sprigionare tutta la loro forza sfruttando bersagli.

Si tratta di attacchi strutturati per danneggiare rapidamente e in parallelo il maggior numero possibile di persone e organizzazioni. Purtroppo i malintenzionati hanno saputo sfruttare il coronavirus per sferrare l’attacco ai nostri dati personali centrando l’obiettivo.

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