Sempre più alla deriva se non si abbasseranno le tasse e si faranno ripartire gli investimenti

Istat

Sempre più alla deriva se non si abbasseranno le tasse e si faranno ripartire gli investimenti. Purtroppo è così. E non siamo noi a dirlo, ma lo certifica l’ISTAT. E proprio questa mattina. Quasi ad averci dato un buongiorno non proprio eccelso. Ma certamente tremendamente realista. Di cui probabilmente hanno bisogno anche dalle parti di Palazzo Chigi. E nelle altre sedi di Governo. Ma non siamo pronti a giurare che basti, purtroppo.

Il comunicato stampa di stamani, infatti, è assolutamente realista. E fotografa senza pietà una situazione disastrosa per il Paese. Che infatti non abbiamo esitato a definire alla deriva. E che noi analisti dell’Ufficio Studi di ProiezionidiBorsa abbiamo commentato quasi in diretta. Dove? Su Radio Axel 24, la radio più seguita dagli italiani in Spagna.  In calce all’articolo il video integrale della trasmssione

Dicevamo della fotografia impietosa dei dati ISTAT. Che sono stati visti al ribasso in questa lettura definitiva relativa a luglio. Prima eravamo a -12,4% congiunturale. Adesso siamo a -12,8%. Il crollo trimestrale è quindi del -17,7%. Quasi un quinto della ricchezza nazionale è evaporato. Le cause? Ovviamente gli effetti economici dell’emergenza da Covid-19. Ed il conseguente lockdown di oltre due mesi di diverse unità produttive. Che ha portato ai dati peggiori dal 1995. Cioè 25 anni fa. Un’era geologica, vista la velocità a cui viaggia oggi il mondo.

Sempre più alla deriva se non si abbasseranno le tasse e si faranno ripartire gli investimenti

Se le cose continueranno così (ma peggioreranno; ascoltate la trasmissione, e capirete) le prospettive annuali sono pessime. -14,7% per il 2020. E sempre che il terzo e quarto trimestre siano a crescita zero. E non negativa. Capite bene anche voi come sia impossibile passare da questi dati a zero in 3 mesi senza aver fatto niente. E con il Governo che parla di riforma elettorale, referendum, elezioni. E non fa niente se non mendicare soldi in anticipo all’Europa per il Recovery Fund. 20 miliardi per l’esattezza. E che ha appena chiesto il SURE, cioè la cassa integrazione europea, per 27,4. Perché i soldi per pagare la cassa integrazione alle imprese sono finiti da tempo.

Uno sguardo ad altri dati è obbligatorio. Consumi in calo dell’8,7%. Investimenti in calo del 14,9%. Importazioni -20,5% ed esportazioni -26,4%. Agricoltura, industria e servizi tutti in calo. Ed in doppia cifra gli ultimi due settori.

Quindi, cosa fare?

Sempre più alla deriva se non si abbasseranno le tasse e si faranno ripartire gli investimenti. C’è una sola alternativa a questa situazione. Ed è quella che auspichiamo nel titolo. Abbassare le tasse e far ripartire gli investimenti. Ma come? Detassando le imprese. Massicciamente. Perché sono loro che creano ricchezza. Sono loro che assumono. Sono loro che producono beni e servizi. Le imprese pagano gli stipendi con cui compriamo quei beni e quei servizi. Senza questa scelta tireremo sempre a campare. E noi, sinceramente, siamo stanchi di tirare avanti. Di dare sempre l’impressione ai partner europei di dare un calcio al barattolo e spostarlo un po’ più in là. Urgono scelte coraggiose e manovre ardite. Che non a caso Carlo Bonomi di Confindustria sta chiedendo a gran voce da diversi giorni. Inascoltato finora, ovviamente.

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