Segnalazione alla Centrale Rischi: per quanto tempo né affidamenti né linee di credito?

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Segnalazione alla Centrale Rischi: per quanto tempo né affidamenti né linee di credito? Questa è la domanda che tanti correntisti si pongono, allarmati dai nuovi criteri EBA in vigore dal 1° gennaio 2021.

Regolamento EBA per banche e intermediari finanziari

Diventano più stringenti i criteri che gli istituti di credito e gli intermediari finanziari sono tenuti a seguire per concedere prestiti ai correntisti. A stabilirlo è il nuovo regolamento EBA, la cui entrata in vigore è stata fissata a partire dal mese di gennaio 2021.

La “rilevanza” del pagamento arretrato

Secondo le nuove disposizioni cambierebbe il significato della “rilevanza” del pagamento arretrato, fissato a 100 euro per le famiglie e a 500 euro per le imprese.

Allo stato attuale, inoltre, lo stato di default dei correntisti termina dopo 90 giorni dalla regolarizzazione dei pagamenti pregressi. Fino a dicembre 2020, invece, la posizione del cliente era regolarizzata una volta saldati tutti i pagamenti insoluti.

Scopo del legislatore è stato quello di armonizzare gli ordinamenti bancari italiani con quelli europei. Tuttavia, la rigorosa manovra sembra promettere delle ripercussioni piuttosto negative, in un contesto di crisi economica.

Gestione dei conti negativi

Una delle più importanti novità riguarda inoltre la gestione dei conti correnti in rosso, visto che non saranno più ammessi gli addebiti automatici in mancanza di liquidità. Questa situazione comporta un elevato rischio, ovvero il blocco del pagamento delle forniture di luce, gas e acqua, oltre che delle rate di finanziamento e di altri addebiti preautorizzati sul conto corrente.

In realtà il piano EBA era già stato preannunciato nel 2016, soprattutto attraverso diverse guide esplicative. Nonostante tutto le forze politiche, le Associazioni di settore e i sindacati lanciano forti critiche al quadro normativo attuato.

Segnalazione alla Centrale Rischi: per quanto tempo né affidamenti né linee di credito?

Criteri eccessivamente stringenti per consentire l’accesso al credito appaiono in questo momento poco opportuni e addirittura controproducenti per una ripresa economica di famiglie e imprese. Le banche dovrebbero invece promuovere dei percorsi di ristrutturazione per agevolare la clientela, tenuto conto dei rallentamenti provocati dalla pandemia.

Questo se consideriamo che uno sconfinamento non autorizzato comporterà una segnalazione immediata alla Centrale Rischi. La conseguenza purtroppo, sarà che la persona o l’azienda intestataria del conto corrente non potrà accedere a nessun finanziamento ed affidamento per 36 mesi.

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