Secondo gli analisti è stato segnato il massimo annuale dei mercati azionari mondiali?

inflazione

La presenza di una FED che anticipa, e non di poco, il messaggio di una exit strategy già elaborata, seppur a grandi linee, ha lasciato i mercati leggermente in ansia. A peggiorare la situazione anche le dichiarazioni di Jim Bullard, presidente della Banca centrale Usa a St. Louis che ha parlato addirittura di un cambio di rotta già nel 2022. Il che va in netto contrasto con quanto prospettato dalla FOMC che accennava addirittura al 2023.

La dimostrazione di un’ansia crescente tra gli operatori è arrivata con la chiusura di venerdì di Wall Street, in forte negativo. Non molto differente la situazione dell’Europa che vede il segno più anche se, al giro di boa delle 13,30, non si va oltre qualche decimale. Infatti l’indice che osa andare più forte degli altri, il Dax, alle 13,30 non toccava lo 0,5%. Dunque, secondo gli analisti è stato segnato il massimo annuale dei mercati azionari mondiali?

In realtà il messaggio della FED non è altro che un ulteriore tassello in un quadro complesso. Un quadro che comprende soprattutto un fattore determinante come l’inflazione. Ultimamente l’aumento dei prezzi al consumo è stato il soggetto principale di molte previsioni. Partendo da questo presupposto Mark Zandi capo economista di Moody’s Analytics dipinge uno scenario caratterizzato da un aumento di venti contrari.

Secondo gli analisti è stato segnato il massimo annuale dei mercati azionari mondiali?

Stando alle sue dichiarazioni è possibile che ci si possa trovare presto di fronte ad una significativa correzione del mercato. Tradotto in numeri si parla di un pullback che potrebbe andare dal 10% al 20%. Sempre osservando le cifre non si può fare a meno di notare la perdita dei maggiori listini a stelle e strisce che hanno registrato forti perdite. Ma si tratterebbe di una tempesta solo relativamente lunga. Infatti l’economia USA, da lui considerata forte, sarebbe, nel prossimo futuro, un sostegno forte in caso di inflazione. Inflazione che, sempre per Zandi, non riguarda i fondamentali di un’economia fondamentalmente sana.

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