Se non avete ancora pensato ad un fondo pensione il momento giusto è adesso

pensione, reversibilità

Se non avete ancora pensato ad un fondo pensione il momento giusto è adesso. Ma perché vi diciamo questo? Tralasciamo il fatto che un fondo pensione è indispensabile. Soprattutto visto che la vostra pensione sarà del 30% inferiore al vostro ultimo stipendio. E lo tralasciamo perché, se ci seguite, lo avrete letto molte volte sulle nostre pagine. Oggi ve lo diciamo perché c’è una buona notizia. Ed è che i fondi pensione sono tornati ai livelli pre-Covid. Tutte le diverse tipologie di fondi pensione, unite insieme, sono tornate a gestire tanti soldi quanto prima dell’emergenza. Per la precisione anche un pochino di più. Lo 0,1% in più, per l’esattezza. L’ammontare complessivo dei fondi pensione è oggi di 185 miliardi di euro e spiccioli. Si tratta dell’insieme di fondi pensione negoziali, aperti, quelli preesistenti e dei PIP vecchi e nuovi.

La notizia è buona anche per un’altra ragione. Perché è opinione diffusa (e sbagliata) che i fondi pensione in italia non siano mai decollati. E’ pur vero che sono ancora molto minoritari. Ma se c’è una cosa su cui siamo sicuri è che non potranno far altro che aumentare. Non fosse altro che per la ragione riportata prima. Cioè che sono indispensabili per colmare il gap tra l’ultimo stipendio e la pensione statale. Il volume del gestito, tra i Paesi OCSE, ci vede al 14° posto su 36. Per una volta superiori alla media. Se si aggiungono anche i Paesi non OCSE monitorati dall’ente, siamo al 17° posto su 44, ancora sopra la media. Sono dati positivi, che convalidano le nostre aspettative.

Se non avete ancora pensato ad un fondo pensione il momento giusto è adesso

Naturalmente siamo lontani dal fondo pensione della Norvegia, che gestisce quasi 1 trilione di dollari. Ma quello è un fondo sovrano e gestisce non solo i soldi dei norvegesi. Perché gestisce anche i proventi del petrolio estratto dal governo scandinavo nel Mare del Nord. Però i 183 miliardi e spiccioli italiani iniziano ad essere interessanti anche per gli istituzionali. Visto che il tasso di crescita previsto dal nostro Ufficio Studi è dell’1% del PIL all’anno. E che il patrimonio gestito dai fondi pensione, dalle casse degli ordini e dalle fondazioni è comunque cospicuo. E con 260,68 miliardi rappresenta comunque il 14,6% del PIL. Se si include anche il welfare privato, cioè assicurazioni vita, fondi aperti e PIP, arriviamo a grosse cifre. Perché siamo al 51,3%.

Quanto rende un fondo pensione, però? Il 2018, lo sappiamo tutti, è stato un anno orribile anche per la previdenza complementare. Non così il 2019, ovviamente, che è stato molto buono. A giugno 2020, con i dati più aggiornati post emergenza pandemica, non siamo messi bene. I fondi negoziali sono sotto dell’1,1%. Quelli aperti del 2,3% e i PIP del 6,5%. Al netto dei costi, badate bene. Diversa è la cosa sul lungo termine. Che, come ogni investimento, è dove si deve valutare la prestazione complessiva del fondo pensione. I rendimenti a 5, 10 e 20 anni sono largamente positivi. Nonostante la recente crisi.

Un’ultima nota riguarda la sensibilità sostenibile. L’88% per cento dei fondi intende includere o incrementare una strategia di tipo ESG nei propri investimenti. Ed anche l’atteggiamento degli investitori è positivo. Perché il 50% privilegia prodotti che utilizzino politiche di investimento sostenibile.

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