Se lavoro perdo la pensione di reversibilità del familiare?

Inps

Con un contratto di lavoro, si perde il diritto alla pensione di reversibilità del familiare? In questo caso decade il diritto all’assegno di reversibilità e non si risulta più beneficiari? Di seguito vi illustriamo cosa accade nella misura in cui il beneficiario della reversibilità lavori

Come funziona la pensione di reversibilità per il familiare

Se lavoro perdo la pensione di reversibilità del familiare? In un clima di grande crisi economica, l’idea che si possa perdere una quota di denaro per incompatibilità con altri redditi, spaventa molti. Come sappiamo, la pensione di reversibilità è un trattamento economico che spetta al familiare superstite. Essa segue le norme previste dall’art.1, co. 41, della Legge 8 agosto 1995 n. 335. il familiare che diventa beneficiario della pensione di reversibilità si individua grazie a dei criteri stabiliti dalla Legge come indicato qui.

Nel caso specifico del quale ci vogliamo occupare ci si domanda se sia possibile beneficiare dell’assegno di reversibilità pur lavorando. Come sappiamo, l’ammontare dell’assegno di reversibilità è la risultante di diverse variabili fondate sulla quota e sull’importo previsti. In alcuni casi, il beneficiario che dichiara altri redditi, potrebbe subire una rivalutazione dell’importo dell’assegno in ragione delle nuove entrate.

La riduzione dell’assegno avviene in base a determinate soglie

Se lavoro perdo la pensione di reversibilità del familiare? Secondo quanto chiarisce la circolare Inps n. 147/2019, la prestazione economica si riduce quando i redditi superano determinate soglie. Nello specifico, accade che: se il reddito del beneficiario non supera 3 volte il trattamento minimo Inps (20.087,73 euro annui), non si subisce la riduzione dell’assegno.

Nella tabella F, allegato 2, della circolare Inps, si delinea la percentuale di riduzione nel caso di soglie eccedenti la minima. Se si supera la soglia minima 2020, sopra indicata, allora la reversibilità subisce una riduzione:

1)del 25% con reddito tra i 20.087,73 euro e 26.783,64 euro (4 volte il minimo Inps);

2)del 40% se il reddito dichiarato è compreso tra i 26.783,64 e i 33.479,55 euro;

3)del 50% per redditi superiori ai 33.479,55 euro.

In base a queste fasce di reddito, si può registrare una riduzione dell’importo della pensione di reversibilità.

In quali casi la reversibilità non subisce delle riduzioni

Va ricordato che nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti minori, studenti o disabili, la riduzione non ha luogo.

Bisogna porre attenzione ai redditi che concorrono alla riduzione dell’assegno di reversibilità. Difatti, come chiarisce l’Inps, i redditi rilevabili sono quelli assoggettabili alle ritenute Irpef al netto di contributi previdenziali e assistenziali. Per tale ragione, è sempre importante valutare con un esperto consulente i particolari fattori che concorrono alla formazione del proprio caso.

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