Se la banca revoca la carta di credito perdiamo il cashback

carte di credito

La carta di credito non è altro che frutto di un contratto, il contratto di conto corrente che il cliente ha stipulato con la banca. Come ogni contratto anche quello di conto corrente prevede obbligazioni che ognuna delle due parti deve rispettare. Se il cliente non osserva i proprio obblighi la banca può anche revocare la carta di credito. In certi casi può farlo addirittura senza preavviso.

Ma se la banca revoca la carta di credito proprio adesso si perde il diritto al cashback, che richiede obbligatoriamente il pagamento elettronico.

D’altra parte non si può costringere la banca a sopportare una morosità sempre crescente. Quindi il caso più tipico in cui la banca può revocare la carta di credito anche senza preavviso è se il cliente è notevolmente in rosso. Così ha affermato il Tribunale di Avellino con la sentenza n. 146 del 2019.

Così ha risposto il Tribunale a due clienti che avevano fatto ricorso contro la revoca improvvisa del loro strumento di pagamento ritenendola illegittima.

Se la banca revoca la carta di credito perdiamo il cashback

Quei clienti avevano addirittura chiesto il rimborso dei danni per quell’attimo illegittimo. In realtà il Tribunale rifiutò il risarcimento del danno e ritenne anche che la revoca di quella carta non fosse affatto illegittima. Il Giudice si basò sul contenuto del regolamento di utilizzo della carta di credito.

Quel regolamento, che il cliente doveva obbligatoriamente conoscere, prevedeva la possibilità, per la banca, di revocare lo strumento di pagamento “per giustificato motivo”. Qualora ricorra un giusto motivo la comunicazione della banca ha efficacia immediata.

Nel caso deciso dalla sentenza, il giusto motivo della revoca stava nel mancato adempimento dei propri obblighi da parte dei fideiussori del mutuo chiesto dai clienti.

Indipendentemente dai casi specifici, preme ricordare che in questo periodo è ormai attivo il Super Cashback di Natale. Con dieci pagamenti con carta elettronica effettuati fino al 31 dicembre 2020 si può avere indietro dallo Stato il 10% di quanto speso, fino ad un massimo di 150 euro restituiti. Ma il pagamento elettronico è un presupposto necessario per accedere al beneficio. È proprio il momento peggiore per esporsi a simili sanzioni da parte della banca.

 

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