Se il PIL cinese è già positivo cosa dovrebbe fare l’Italia per ritornare ad essere una potenza economica mondiale?

PIL

Solo ieri è stato diffuso il dato, a tratti sorprendente, sulla ricchezza interna prodotta nel Celeste Impero in questo 2020. Ora, il dato è positivo e si tratta di un +0,7% da gennaio a settembre.

Davanti al questo dato, il cittadino, perplesso, si chiede: ma se il PIL cinese è già positivo cosa dovrebbe fare l’Italia per ritornare ad essere una potenza economica mondiale?

I dati diffusi

Le Autorità cinesi hanno appena snocciolato i dati del loro PIL relativo all’anno in corso. Nel primo trimestre, il crollo della ricchezza prodotta si è attestato sul –6,8%.

Nel secondo, invece, ha dominato il segno più, con un saldo trimestrale pari a +3,2%. Infine, nel periodo luglio-settembre (3° trimestre dell’anno), il saldo positivo si è bissato e addirittura migliorato. Si è attestato, infatti, a un lodevole +4,9%.

Per gli economisti non c’è nulla di nuovo, nel senso che in tanti già stimavano un PIL positivo per il 2020. Ad esempio, il FMI ha da tempo calcolato una ricchezza pari all’1,9% per quest’anno.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Governatore della Banca centrale cinese, che ipotizza un 2% di saldo finale per il PIL 2020.

Almeno tre considerazioni sul PIL cinese

La sorpresa riguarda almeno tre ordini di considerazioni:

a) il 2020 passerà alla storia per tutti come l’anno del Covid. Un anno, quindi, con una forte battuta d’arresto dell’economia. Questo però sembra non valere anche per la Cina;

b) il dato del +0,7% di PIL attiene a quanto si è ottenuto da gennaio fino al mese di settembre. Quindi, c’è il “rischio” che il saldo finale possa addirittura aumentare ancora nel corso dell’ultimo trimestre;

c) infine, la più semplice di tutte le osservazioni: ma la pandemia da Covid non era sorta e scoppiata in Cina in principio? E se non fosse partito lì, e la Cina ne fosse stata immune, quanto PIL avrebbero prodotto in questo 2020?

C’è risposta e risposta a una crisi economica

Il singolo cittadino, come il piccolo risparmiatore, resta basito davanti a simili dati. Perché la crisi ha colpito il mondo intero, in termini sanitari ed economici, senza alcuna eccezione. I morti si contano ovunque e il lockdown non ha risparmiato nessuno.

Eppure la ripresa è tutt’altro che omogenea. Dunque se il PIL cinese è già positivo cosa dovrebbe fare l’Italia per ritornare ad essere una potenza economica mondiale e non mendicare soldi presso la UE?

Non esiste ricetta magica o preconfezionata. Inoltre, il punto di partenza è moto compromesso di suo. Ma è possibile fare una cosa, appunto vedere quello che hanno fatto in Cina e poi capire se si può imitare o meno.

Le Autorità cinesi da un lato, e quelle americane ed europee dall’altro, hanno infatti imboccato vie differenti.

Negli USA e in Europa si è agito, soprattutto, su uno stimolo volto alla domanda. Quindi si è risposto alla crisi in termini di incentivi fiscali, con degli sgravi, con degli aiuti economici diretti alla popolazione.

La scelta fatta dal Governo cinese

Il Governo cinese, invece, ha preferito supportare e dare stimoli alla produzione, alle aziende del suo paese. Le quali sono state quelle che hanno beneficiato maggiormente della domanda mondiale quando le economie occidentali hanno ripreso a lavorare.

Queste ultime, alla ripresa del lockdown, avevano le produzioni interne bloccate, era tutto ingessato. Quindi, la prima e l’unica capace di soddisfare la domanda mondiale è stata l’industria cinese.

In sostanza, dunque, il Covid ha portato vantaggi in termini di presidio del mercato. Questi sono riconducibili al fatto che le aziende cinesi hanno guadagnato ulteriori quote di mercato quando il resto del mondo era tra la fine del lockdown e la Fase-2.

Ecco, dunque, da dove nasce questo consistente segno più davanti alla grandezza del loro PIL targato 2020.

Ovviamente il dilemma è scontato: sarebbe stato meglio imboccare il modello cinese oppure no? Anche alla luce dello stato di pieno pantano in cui si ritrova ancora il nostro Paese.

Si tratta di una domanda da un milione di dollari, a cui lasciamo l’onore, ed anche l’onere, della risposta alla politica e agli economisti di professione.

Infine, se gradite scoprire quanto verrebbe a costare all’economia italiana un nuovo lockdown, vi invitiamo a eleggere quest’articolo.

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