Se i nostri figli non vogliono fare i compiti la colpa sarebbe anche di questi 5 errori

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Esiste un vecchio adagio popolare che dice: “figli piccoli e pensieri piccoli, figli grandi e pensieri grandi”. Potremmo in effetti riassumere in questo proverbio tutti i passaggi della crescita dei nostri figli. Quando li abbiamo piccoli, i nostri pensieri si rivolgono soprattutto alla loro salute. Poi subentra il processo educativo e formativo e le cose cominciano spesso a complicarsi. Il passaggio poi dalla scuola primaria a quella secondaria potrebbe rivelarsi molto impegnativo. Soprattutto per quelle famiglie che hanno più di un figlio. E quando parliamo di scuola, non possiamo certo dimenticarci il famoso tema dei compiti. Se i nostri figli non vogliono fare i compiti la colpa sarebbe anche di questi 5 errori. Questo è quanto emergerebbe dalle collaborazioni tra genitori e insegnanti, tra docenti e rappresentanti degli studenti. Non è uno studio scientifico, ma semplicemente un’analisi da prendere potenzialmente come un aiuto in casa.

Un clima di poca serenità potrebbe favorire la svogliatezza

Secondo i rapporti tra docenti e genitori, una delle cause principali della mancanza di applicazione nei compiti di casa potrebbe arrivare dal clima poco sereno. Soprattutto nella fase preadolescenziale i ragazzi avrebbero infatti bisogno di un clima più sereno. Ma non ci riferiamo solo al rapporto tra genitori, ma anche all’approccio di questi alla scuola e ai voti. Per dirla breve: troppi genitori assillerebbero i figli per il desiderio di portare a casa ottimi voti.

Se i nostri figli non vogliono fare i compiti la colpa sarebbe anche di questi 5 errori

Pochi stimoli e scarsa autostima sono due punti sui quali dovremmo maggiormente aiutare i nostri ragazzi. Dovremmo far capire ai nostri figli che l’obiettivo è quello di imparare per sempre e non solo per il compito e l’interrogazione del momento. Lo stimolo deve essere quello di investire nel loro futuro. E anche la mancanza di autostima, tipica dei più giovani, dovrebbe essere sollecitata proprio dai genitori. Importantissimo in questo senso è non mostrare loro troppo la delusione per i voti insufficienti. Ma, come avviene nello sport, far capire loro che con l’impegno, dalle sconfitte nasceranno le vittorie. A patto di imparare dagli errori commessi per non farli più. Come sottolinea anche questo studio internazionale, la parola chiave potrebbe essere coinvolgimento.

Attenzione alle punizioni ma anche ai premi

Secondo alcuni psicologi scolastici e molti insegnanti, noi genitori dovremmo evitare due atteggiamenti opposti: il premio e la punizione. I ragazzi dovrebbero capire che andare bene a scuola è il loro obiettivo quotidiano. Così come noi ci rechiamo al lavoro quotidianamente, ma senza per questo essere premiati. Allo stesso tempo le punizioni sarebbero sbagliate, se eccessive, in caso di voti insufficienti. Bisogna andare a capire perché compito e interrogazioni sono andati male, appoggiandosi proprio all’aiuto degli insegnanti. Punire i nostri ragazzi solo per il voto scarso potrebbe infatti rivelarsi un’arma a doppio taglio.

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