Se Apple dovesse cedere …nuovi temporali in borsa in arrivo

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Apple in crisi?

Approfondimento Wall Street alla prova delle elezioni mid term

Che la vendita di smartphone fosse in calo è cosa risaputa già da qualche mese.

Qualche giorno fa poi avevamo attribuito una valenza quasi profetica alla multa comminata dall’ Antitrust italiano ad Apple e Samsung per obsolescenza programmata.

Quel meccanismo perverso che ad ogni aggiornamento rende il telefonino sempre meno fruibile nelle sue applicazioni (anche quelle a pagamento spesso!) fino alla completa “inutizzabilità”. Ovviamente il tutto allo scopo di favorire nuove vendite.
Il tutto però sta portando a una progressiva disaffezione dei consumatori verso questo ciclo obbligato per una serie di fattori:

– prezzo : Apple fa pagare il brand ma si distanzia sempre più da competitors agguerriti che forniscono prodotti analoghi e per certi versi anche superiori;

-carenza di novità: ad ogni nuova uscita le novità in grado di catturare l’attenzione del consumatore e attirare l’acquisto sono sempre meno significative , rimane dunque la fastidiosa sensazione di doverlo fare semplicemente per recuperare una fruibilità di routine per cui mai si spenderebbero certe cifre

-i nuovi competitors: se Samsung si è di molto avvicinata come pricing e ciclo di obsolescenza ad Apple altri competitors come Huawei, forti anche di un pricing più contenuto e di strutture produttive più snelle, forniscono al mercato un ‘alternativa più economica e , almeno per ora , molto meno soggetta alla fastidiosa obsolescenza dei prodotti della casa di Cupertino.

Ieri Apple ha presentato un bilancio record tramite l’Italiano Luca Maestri , direttore finanziario, eppure, specie nel dopo borsa, il titolo è calato fino a -7%.

Come mai?

Agli analisti non è per nulla piaciuto l’abbandono della comunicazione sui dati di vendita degli smartphone. Il precedente di Motorola che quando fece questa mossa fu il preludio del crollo del titolo è troppo recente per essere dimenticato.

Eppure evidentemente le vendite di  servizi e i ricavi ricorrenti, hanno ampiamente compensato il rallentamento delle vendite degli smartphone. Tra l’altro maggiori sono questi ultimi, più alta diventa la valutazione dell’azienda che si lega appunto ad entrate appunto fisse e non a vendite per certi versi imprevedibili.

Vi è da dire che se il dato presumibile sugli smartphone è stato inferiore alle attese è stato comunque detto che è risultato in linea con lo scorso anno.

Quello che non convince è la motivazione data che pare ignorare le problematiche di disaffezione di cui abbiamo parlato sopra.
Maestri ha attribuito il fenomeno al rallentamento ciclico dei paesi emergenti. Ci può stare ci mancherebbe.

Ignorare però i segnali di disaffezione del pubblico per i motivi sopra descritti potrà risultare molto pericoloso già nel 2019.

Il perché è evidente la crescita dei servizi e dei ricavi ricorrenti sono strettamente correlati al numero si IPhone in circolazione se ad ogni aggiornamento Apple perderà come sta accadendo clienti a breve l’impatto dalla vendita degli smartphone si trasferirà anche alle voci che fino a ieri hanno sostenuto il bilancio.

Occhio Apple: la corda è molto tesa . Occhio investitori stiamo parlando del titolo più capitalizzato al mondo…

 

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