Scienza e coscienza del medico

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Si usa dire che il medico esercita la propria attività in scienza e coscienza.

Ma cosa significa?

Da sempre l’attività del medico si è svolta tra questi due poli.

Scienza significa che il medico deve tener conto dei risultati desumibili dalla ricerca scientifica.

Coscienza significa che al contempo tiene conto dei propri valori.

Caso esemplare in tal senso l’obiezione all’aborto.

Ma in altri casi, come le vaccinazioni?

Scienza e coscienza del medico

In teoria sembrerebbe che il medico, sulla base di questo binomio, goda di una certa discrezionalità.

Infatti la medicina non è, comunque, una scienza esatta, ed ogni medico potrebbe avere valutazioni diverse circa l’opportunità di certi trattamenti.

A maggior ragione la questione si pone rispetto alla coscienza individuale, se pensiamo che un trattamento potrebbe essere considerato rischioso da qualche medico, a differenza di altri, e che, quindi, il singolo medico potrebbe essere contrario.

Sinora a proposito dei vaccini si è posta la questione di una eventuale obbligatorietà rispetto all’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione, che ancora non sussiste.

Ma il medico ha diritto a non eseguirla e a dichiararsi contrario?

Il medico ha l’obbligo di vaccinare?

Il problema già si era posto qualche tempo fa, quando fu resa obbligatoria la somministrazione di tutta una serie di vaccini per soggetti in età scolare.

E anche in considerazione del fatto che non vi sono solo movimenti popolari contrari ai vaccini, ma anche contrarietà da parte di taluni medici.

Si decise che il dichiararsi contrari, da parte di un medico, fosse addirittura incompatibile con la professione, e situazione tale da comportare financo l’espulsione dall’ordine.

Non discuto in questa sede la validità delle tesi pro o contro i vaccini, ma se questo orientamento sia compatibile o meno con il principio di scienza e coscienza.

Dogmatismo intellettuale o scienza e coscienza?

Personalmente, ritengo l’applicazione di una sanzione disciplinare, peraltro così grave, come l’espulsione, a fronte di una opinione contraria a determinati trattamenti, una forma di dogmatismo intellettuale, del tutto contrario al principio della scienza e coscienza.

A mio avviso, anche in presenza di obblighi di legge, se un medico, sulla base della propria personale esperienza, ritiene appunto in coscienza di non poter essere favorevole ai vaccini, dovrebbe poterlo tranquillamente esprimere.

Semmai saranno le sue motivazioni a poter essere confutate da chi nutre opinioni diverse.

Diversamente, assistiamo ad una sorta di imposizione di un pensiero unico dominante, in una fase che peraltro ha già conosciuto significative compressioni delle libertà individuali.

Vedremo cosa succederà prossimamente, anche sul fronte vaccinale

Peraltro ci limitiamo ad osservare che, tradizionalmente, è sempre stata riconosciuta la libertà di un paziente di domandare le opinioni di diversi medici su un trattamento sanitario.

Perché nel caso dei vaccini dovrebbe essere diverso?

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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