Scartare bucce e semi dell’uva è un banale errore ed ecco perché potrebbero rivelarsi molto preziosi

uva

Il periodo della vendemmia giunge una volta l’anno. Tra metà settembre e ottobre si raccoglie l’uva ormai ben matura. Una parte, l’uva da mosto, viene destinata alla produzione di vino. L’altra, quella da tavola, colora i banconi dei mercati. Resistere al dolce nettare dell’uva è quasi impossibile. Infatti, un acino tira l’altro e l’uva appena comprata finisce velocemente.

Nel consumare ciascun acino, però, c’è una tendenza comune a molti di noi. Mentre ne gustiamo la polpa, tendiamo a eliminarne buccia e semi. Molte persone trovano che i semi dell’uva abbiano un sapore amaro. Anche la buccia può avere un sapore non gradevole in qualche occasione. Il più delle volte, però, viene scartata perché dura da masticare. Ma sveliamo un segreto, scartare bucce e semi dell’uva è un banale errore ed ecco perché potrebbero rivelarsi molto preziosi.

I benefici

Il nome scientifico è Vitis vinifera o Vite europea. Una pianta che nei secoli si è rivelata eccezionale e che l’uomo ha sfruttato in molti modi. La vinificazione è certamente il processo più comune di trasformazione dell’uva. Ma questo frutto a grappolo contiene molti elementi nutritivi.

Questi si distinguono in flavonoidi e non flavonoidi. I primi sono rappresentati dalle antocianine, pigmenti contenuti nella buccia, e dai flavan-3-oli, contenuti in buccia e semi. Dagli studi scientifici è emerso che entrambe le sostanze potrebbero avere notevoli benefici sul corpo umano. Avrebbero, infatti, proprietà antiossidanti, antimicrobiche, e dovrebbero esser capaci di proteggere il cuore, il fegato e i circuiti neuronali. Due studi condotti nel 2013 induce a pensare che possano anche proteggere dall’invecchiamento cerebrale e dall’ossidazione cellulare.

La buccia contiene anche grandi quantità di resveratrolo. Da alcuni studi sembrerebbe che questa sostanza aiuti a diminuire l’incidenza di malattie cardiovascolari. In Francia, dove si consumano molti cibi grassi, l’incidenza di queste malattie è minore rispetto ad altri Paesi.

Scartare bucce e semi dell’uva è un banale errore ed ecco perché potrebbero rivelarsi molto preziosi

Abbiamo capito che le bucce e i semi dell’uva sono ricchissimi di nutrienti. Mangiare qualche acino intero ogni tanto, quindi, può favorire il benessere del nostro corpo. Ma cosa fare con tutti gli altri scarti? Le bucce dell’uva, se conservate e unite a foglie secche e altri composti organici, sono utilissime per concimare le piante. Anche nell’orto possono contribuire a rinforzare le colture in modo naturale.

L’industria negli ultimi anni ha escogitato un altro modo per usare le vinacce. Una volta fatte essiccare al sole, queste vengono ridotte in farina. Poiché sono ricche di fibre e antiossidanti, possono essere aggiunte a prodotti caseari o cosmetici.

Leggiamo l’articolo Il vino non solo puro piacere per il palato ma anche innovativo e strabiliante trattamento di bellezza. Ancora, possiamo usare le bucce triturate per dolcificare naturalmente dolci e farce. I semi, invece, si possono mangiare ammollandoli prima per 24 ore. In questo modo si digeriranno meglio.

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