Saranno i maggiori produttori di CO2 a salvare la Terra dalla catastrofe? La domanda potrebbe sembrare un ossimoro, ma con la sempre maggiore richiesta di energie alternative o di compensazione per la CO2 prodotta, nel lungo periodo sono le stesse compagnie petrolifere che potrebbero rendere la Terra un posto migliore.
Le strade per raggiungere l’obiettivo sono due: o si sceglie d’investire nelle energie alternative, come sta facendo ENI ad esempio, oppure si investe in aziende che operano nel settore del ripopolamento delle foreste. Tuttavia se si guarda al grafico seguente d’investimenti da fare ce ne sono ancora tanti. Basti pensare che a fronte di 33.000 milioni di tonnellate di CO2 emesse in un anno, le compagnie energetiche hanno compensato solo per 104. Di spazio per migliorare, quindi, ce ne è ancora molto e le cose non potranno che migliorare visti gli obiettivi di Parigi 2016 sul “climate change”.
Possiamo, quindi, sperare che saranno i maggiori produttori di CO2 a salvare la Terra dalla catastrofe.
In quest’ottica la compagnia Shell è all’avanguardia per compensazione come si può vedere dalla tabella seguente. Sebbene sia ancora molto lontana dagli obiettivi.
Analisi grafica e previsionale sul titolo Royal Dutch Shell
Il titolo azionario Royal Dutch Shell (NYSE:RDSA) ha chiuso la seduta del 7 dicembre a quota 37,42 dollari in ribasso dello 2,12% rispetto alla seduta precedente.
Dai minimi di ottobre, grazie a un segnale dello Swing Indicator e del BottomHunter, la tendenza in corso è rialzista e punta gli obiettivi indicati in figura. In particolare nel lungo periodo le quotazioni potrebbero dirigersi verso area 77 dollari. C’è, quindi, un potenziale rialzista di oltre il 100% rispetto ai livelli attuali.
Un segnale di debolezza si avrebbe nel caso di una chiusura settimanale inferiore a 32,95 dollari.